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OGM Da: Green planet.net

Gli ogm in Europa sono un flop (-12%)

L'inversione di tendenza, anche nei paesi dove è ammessa la coltivazione, per la Coldiretti è la conferma che nel coltivare prodotti transgenici non c'è neanche convenienza economica. Il drastico crollo del 12 % nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009 (da 107719 ettari a 94750 ettari), è confermato dal rapporto annuale 2009 dell' "International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications" (ISAAA). Contemporaneamente al flop nelle semine dopo il divieto posto anche in Germania nell'aprile 2009, si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi Europei dove è possibile coltivare il mais BT geneticamente modificato, l'unico presente nel Vecchio Continente. Le sei nazioni che hanno coltivato mais BT in ordine di grandezza della superficie coltivata sono Spagna (80 % del totale), Repubblica Ceca, Portogallo, Romania, Polonia e Slovacchia. Flessione registrata in Spagna (- 4%), in Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia, mentre la Polonia ha mantenuto la stessa superficie coltivata e solo il Portogallo dimostra un segno positivo.

Secondo Franco Marini di Coldiretti il fatto che, anche dove è possibile la coltivazione, gli agricoltori riducano le semine è la concreta dimostrazione che per gli ogm attualmente in commercio non c'è quella miracolosa convenienza economica che le multinazionali e i loro "tifosi" propagandano.
A dodici anni dalla loro introduzione in Europa, le coltivazioni biotech sono già in calo e rappresentano molto meno dell'uno per cento del totale perché non sono riuscite a trovare un mercato, vista la persistente contrarietà dei consumatori. Una contrarietà che sarebbe giustificata dai crescenti dubbi sul piano sanitario e ambientale che nel corso del 2009 hanno portato il governo tedesco a vietare il mais Mon 810 (che alcuni vorrebbero seminare in Italia) a seguito di nuove acquisizioni circa gli effetti negativi sull'apparato intestinale, sugli organismi del terreno e sulla dispersione del polline, con contaminazioni derivanti dalla impollinazione incrociata tra coltivazioni transgeniche e non.
Sulla base dei risultati dell'ultima indagine annuale Coldiretti-Swg "Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione", il 72% dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti ogm siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali.

LATTE CRUDO

ECCO LA LETTERA CHE CI HA SCRITTO UNA NOSTRA CLIENTE…

“Ho comprato e bevuto il vostro latte, dandolo anche alle mie bimbe di 2 e 4 anni pur se con qualche timore per quanto recentemente disposto dal decreto legge in merito al latte crudo. E' ovvio che non è mia intenzione bollire il vostro latte, altrimenti non avrebbe senso comprarlo crudo, farei prima a comprarlo al supermercato. Ma non le nascondo che, trattandosi delle mie figlie e avendo a cuore la loro salute sopra ogni altra cosa al mondo, ho dei timori a dar loro il latte e di conseguenza anche i formaggi di vostra produzione. Io non so se il decreto legge nasce dalla volontà di danneggiare voi produttori di latte crudo e favorire i produttori di latte pastorizzato o se nasce da una sincera tutela della salute del consumatore. So per certo che ci sono stati 3 casi di Sindrome emolitico uremica nel 2007 e 6 nel 2008, dovuti "forse" al latte crudo e so altrettanto per certo che non vorrei mai rischiare che una delle mie figlie fosse uno dei casi del 2009, non vorrei mai sottovalutare il rischio. Fermo restando che ho apprezzato il vostro latte tantissimo e, da grande appassionata di latte quale sono ne ho notato l'enorme differenza con il latte pastorizzato dei supermercati, o bisogno però di un'assoluta garanzia di sanità del vostro latte. Voi e la ASL di riferimento potete garantirmi controlli sulla qualità e sanità di ogni bottiglia del vostro latte? Come posso esser certa che il batterio Escherichia coli 0157 sia assente dal vostro latte? Non mi fraintenda, io vorrei con tutto il cuore continuare a comprare il  vostro latte e soprattutto darlo alle mie figlie per abituarle ai sapori genuini, ma prima di ogni cosa al mondo viene la loro salute. Certo, lei mi dirà: e che salute garantisce loro dando un latte quasi completamente privato delle sue sostanze nutritive come le proteine? Certo, ha ragione, ma preferisco forse far loro meno bene che più male!! Insomma, ho voluto chiederle tutto questo perché non mi sento schierata né pro GAS e quindi pro latte crudo né pro decreti governativi vari, tanto più che sono fortemente anti-Berlusconiana e quindi ho sempre il sospetto che tutto ciò che viene da questo governo sia frutto di stupidità e incompetenza.
Grazie delle risposte e a presto”
C.

…E LA NOSTRA RISPOSTA:
Buongiorno C.,
qui di seguito cercherò di fornirle delle informazioni in modo che lei possa avere più dati possibili per fare la sua scelta tra bollitura o no (cercherò di rispettare l’ordine delle sue osservazioni della mail).

- Tra il latte del supermercato, anche se BIO, e il latte crudo c’è una grande differenza.
Per prima cosa oltre alla pastorizzazione, c’è l’omogeneizzazione. Questa fa sì che nel contenitore del supermercato non si possa dividere la parte grassa dal resto (l’affioramento della panna). Il processo di omogeneizzazione comporta uno “sminuzzamento” delle particelle di grasso del latte per cui queste rimangono in sospensione come un’emulsione. A detta di diversi medici, questa riduzione innaturale farebbe sì che il nostro organismo abbia difficoltà a “riconoscere le particelle” e comporti quindi difficoltà di digestione ed anche, in alcuni casi, reazioni allergiche.
Altro aspetto sostanziale è l’alimentazione delle vacche. Perchè si formi 1 litro di latte è necessario che nella mammella transitino circa 500 litri di sangue per cui è facile dedurre quanto sia importante ciò che mangia la vacca per evitare che si concentrino nel latte sostanze indesiderate e residui. Noi come scelta, da sempre, ci siamo imposti di essere più rigorosi delle normative che regolano il biologico e, di conseguenza non utilizziamo né soia e mais (per il rischio elevatissimo di OGM anche nei mangimi BIO), né insilati (per i rischi di micotossine), né antibiotici (per i rischi di contaminazione), né mangimi (le cui composizioni sono difficilmente controllabili),… tutte cose non escluse dall’agricoltura biologica. L’alimentazione con cui nutriamo i nostri animali è composta semplicemente da: fieno ed erba, crusca e orzo tutti biologici. È evidente che così le nostre vacche producono meno, ma preferiamo che gli animali producano meno ma che stiano bene e facciano un latte senza residui.
Tutto questo per chiarire che la differenza non è solo tra pastorizzato e crudo o tra bio e convenzionale ma è necessario valutare anche altre variabili. Anche tra i vari latte BIO può esserci grande differenza .
- Per quel che riguarda i formaggi il problema non esiste perché subito prima della caseificazione pastorizziamo il latte in modo controllato alle minime temperature. L’E.coli 0157 non sopravvive alla pastorizzazione, che consiste in un riscaldamento del latte fino a circa 75°C per almeno 15 secondi. La bollitura (= 100°C) è molto più distruttiva; infatti alcuni enzimi come la perossidasi sono ancora presenti dopo la pastorizzazione e invece vengono degradati da temperature superiori. È quindi sicuramente meglio solo pastorizzare il latte invece di bollirlo, è comunque comprensibile che sia più semplice dare indicazioni per la bollitura che non per la pastorizzazione (vedi decreto legge).
- Si è da poco tenuto, presso l’Università di Pisa, un convegno dedicato al problema del latte crudo.
I relatori stessi erano molto stupiti del rilievo mediatico dato al problema. Meno di dieci casi, sui milioni di bicchieri venduti dai distributori di latte crudo, non è per loro una percentuale di rischio ma si è a livello di: “semplice curiosità scientifica”. In Italia ogni anno si riscontrano circa 30 casi della sindrome emolitico uremica e di questi 6 o 7 qualcuno ha ipotizzato che potessero avere a che fare con il latte, senza alcuna dimostrazione. Infatti la stessa probabilità di venire a contatto con lo 0157 c’è con gli hamburgher non perfettamente cotti, i salamini, la verdura cruda,… Infatti l’E.coli0157 è un batterio che non è presente all’interno della mammella ma può contaminare il latte dopo la mungitura come può contaminare anche tutto quello che può venire a contatto del letame come può succedere nei macelli e nei campi. Sempre i docenti di Pisa, consigliavano di cercare la causa dell’esplosione del problema nei mancati introiti delle industrie di distribuzione del latte causati dalla diffusione dei distributori di latte crudo gestiti direttamente dai produttori (solo nell’ultimo anno più di 75 milioni di euro). Questo solo per dare le giuste proporzioni al rischio. È un po’ come se nel Mediterraneo nessuno facesse più il bagno in mare per paura degli squali.
- Veniamo al nostro caso: la nostra collaborazione con l’AUSL è massima. Infatti è con loro che, valutando le probabilità di rischio, abbiamo concordato un programma di controllo specifico per l’E.coli 0157, oltre alle analisi di legge quindicinali (carica batterica + cellule somatiche). Questo consiste in analisi su latte di massa (= campione di latte di tutti gli animali in mungitura) e sulla lettiera (= letame). Queste per accertarci che sia nel latte che nell’ambiente della stalla non sia presente il batterio. Ad oggi tutte le analisi hanno sempre dato esito negativo. Queste però non sono quotidiane ma distanziate nel tempo proprio perché conoscendo molto bene il nostro allevamento e il nostro modo di lavorare la AUSL ha ritenuto che il fattore di rischio fosse infinitesimale e quindi sufficientemente monitorato da un numero limitato di analisi. È per questo che non possiamo fornire referti analitici per … ogni bottiglia!!??

Queste sono alcune osservazioni che spero le possano essere utili per la scelta che deve fare. Siamo ben consci che il latte è un alimento delicato e facilmente esposto a contaminazioni, ciò nonostante il nostro latte non lo bolliamo perchè sappiamo come alleviamo e come mungiamo. È però indispensabile che ognuno faccia quello che reputa più giusto e sicuro per la sua salute.
Sulla nostra bottiglia troverà la dicitura: “Prodotto da consumarsi solo dopo bollitura”, dicitura obbligatoria introdotta dall’ultimo decreto. Secondo lo stesso è infatti obbligatorio tale trattamento termico del latte crudo prima del consumo.
Cordiali saluti

Un altro cliente ci ha segnalato questo link: www.ruralpini.it/latte_crudo.htm

OGM e ricerca

Foglio d'informazione di GreenPlanet.net

N.316/ ANNO VII - OTTOBRE 2007

 

I MISERANDI FIGLI DEI RATTI CHE MANGIANO OGM

Una scienziata russa si è concentrata sui discendenti degli animali nutriti con soia geneticamente modificata: moltissimi cuccioli sono morti o sono cresciuti stentati, nessuno è riuscito a riprodursi.
Prendete un'ipotetica vittoria elettorale del centrosinistra e trasferitela nel Tg4 di Emilio Fede. E' più o meno questo il trattamento che la comunità scientifica internazionale ha riservato allo studio compiuto da una scienziata russa, Irina Ermakova, sugli effetti nei ratti dell'alimentazione contenente Ogm. Ermakova si è concentrata sui discendenti degli animali nutriti con Ogm, un punto trascurato dalla stragrande maggioranza delle ricerche, ed ha riscontrato che moltissimi cuccioli sono morti o sono cresciuti stentati.[...]Inoltre i cuccioli, una volta diventati adulti, non sono assolutamente riusciti a riprodursi.
Il lavoro di Irina Ermakova, una studiosa dell'Accademia Russa delle Scienze, è datato 2005 ed è stato ripreso il mese scorso dalla prestigiosa rivista internazionale Nature Biotechnology. Però non è stato propriamente pubblicato: i risultati sono stati semplicemente sottoposti alla confutazione di altri scienziati, "tutti favorevoli agli Ogm e legati all'industria biotecnologica", nota Pietro Perrino, dirigente di ricerca del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche ) presso l'Istituto di genetica vegetale di Bari [...]

OGM e salute
LA NOSTRA SALUTE MINACCIATA DAGLI OGM      
martedì 24 luglio 2007
Nuovi studi rivelano inquietanti retroscena sull'impatto sulla salute degli Ogm

Nonostante gli OGM siano stati approvati e commercializzati per molti anni, non esistono ricerche scientifiche sul loro impatto sulla biologia degli organismi viventi. Questo è dovuto in parte al fatto che prove di nutrizione animale NON SONO PREVISTI per dare approvazione di sicurezza sia nell’UE che, tantomeno (figuriamoci), negli USA. Tuttavia ora sta emergendo una serie di documentazioni da un piccolo numero di esperimenti, fatti su animali, sugli effetti sulla salute e su quella che si chiama EPIGENETICA. L'epigenetica è una branca della Biologia Molecolare, che ha a che fare con la Genetica , ma si occupa delle modifiche che il materiale genetico può subire durante la vita. Alcune malattie, come i tumori, hanno una base detta appunto "epigenetica". Questi studi indicano che l’ingegneria genetica è molto più imprevedibile e rischiosa rispetto all’allevamento tradizionale.

1) studi di nutrizione animale: recenti studi hanno messo in luce una gamma di seri, inspiegabili effetti derivanti dal consumo di OGM. Uno studio Australiano su piselli gm ha rivelato effetti immunologici legati al trasferimento di un gene, ritenuto sicuro, a diverse specie di piante, che ha causato reazioni allergiche nei gatti.

2) Un esperimento condotto dalla stessa Monsanto ha messo in luce effetti immunologici con un aumento dei globuli bianchi nel sangue di topi alimentati con mais gm.

3) L’unico test a lungo termine (24 mesi), condotto da un gruppo italiano ha dimostrato che gli ogm possono modificare alcuni organi interni. La nutrizione di topi con il famoso mais Roundup Ready ha cambiato la struttura e il funzionamento delle cellule del fegato, del pancreas e dei testicoli.

4) Un esperimento di nutrizione di topi con mais mon 863 condotto da Monsanto ha dimostrato che i neonati avevano un peso inferiore al normale. INBoltre si è visto che il consumo di Mon 863 aveva effetti sulla composizione del sangue, con globuli rossi immaturi e alterazione dei parametri ematici.

5) Uno studio condotto in Russia ha messo in evidenza apparenti effetti generazionali degli OGM con elevata mortalità di giovani topi alimentati con soia Roundup Ready (56% di mortalità e crescita stentata dei neonati sopravvissuti).

6) Un programma finanziato dalla FSA (Food Standards Agency ) Inglese ha dimostrato che l’ingegneria genetica provoca normalmente un vasto numero di modifiche genetiche e chimiche casuali nelle piante, il cui impatto sulla salute è totalmente sconosciuto.

7) Due studi inglesi, uno sugli esseri umani e uno su pecore, hanno dimostrato che quando gli OGM sono ingeriti, alcuni dei geni inseriti si spostano e vengono trasferiti ai batteri dell’intestino.

8) Studi non più recenti avevano già dimostrato che il consumo di ogm danneggia la parete dell’intestino ed è associata con le morti inspiegabili di animali da esperimento: studi effettuati da 3 diversi gruppi di ricerca hanno dimostrato che due piane gm hanno la capacità di indurre emorragie, altri ricercatori si sono accorti che le patate e i pomodori gm provocano lesioni alla parete intestinale dei topi e dei gatti.

9) Almeno due esperimenti di nutrizione con pomodori gm si sono conclusi con la morte inspiegabile degli animali da esperimento, con 7 topi su 40 (il 17,5%) nelle prime due settimane e il 7% di mortalità per polli nutriti con il mais tollerante il glufosinato (il doppio rispetto a quelli nutriti senza ogm).

Vale la pena di puntualizzare che questi studi sono stati effettuati per identificare impatti sulla salute e comprendevano studi tossicologici e analisi di tessuti. Molto diversi dai vari studi di nutrizione di cui si sente a volte parlare, solitamente effettuali con lo scopo di valutare gli aspetti commerciali degli ogm. Le cause di questi effetti non sono conosciute, ma molti sono i fattori in gioco. Si sa da tempo che l’inserzione artificiale, e casuale, dei geni, interrompe la sequenza di altri geni con effetti legati alla posizione in cui avviene l’inserimento. Inoltre il funzionamento chimico del nuovo gene interagisce con le attività dei geni naturali della pianta, disturbando i processi biochimici e quindi il metabolismo in modi imprevedibili. L’epigenetica ha dimostrato che un gene agisce solo per una parte di un processo metabolico e negli esseri viventi esiste una certa interazione tra geni diversi e con l’ambiente in cui vive un certo organismo. I dettagli esatti di questa interazione sono ancora poco noti, tuttavia sufficienti a dimostrare l’imprevedibilità dell’ingegneria genetica, con risultati diversi a seconda della situazione e una instabilità molto frequente.

BIBLIOGRAFIA CONSULTATA 1. "Transgenic Expression of Bean -Amylase Inhibitor in Peas Results in Altered Structure and Immunogenicity", Prescott et al, Journal of Agricultural and Food Chemistry, 53 (23), 9023 -9030, 2005 2. Monsanto’s report on its 90-day rat feeding trial of MON 863 submitted to EFSA, the European body which approves GMOs, as part of its application for approval of the maize (1139 pages), entitled “13-Week Dietary Subchronic Comparison Study with MON 863 Corn in Rats Preceded by a 1-Week Baseline Food Consumption Determination with PMI Certified Rodent Diet #5002”, 17 December 2002, disponibile su: http://www.monsanto.com/monsanto/content/sci_tech/prod_safety/fullratstudy.pdf . Reviewed by Dr Arpad Pusztai for the German environment agency BfN, in September and November 2004, disponibile su: http://www.gmwatch.org/p1temp.asp?pid=66&page=1 3. Malatesta M., Biggiogera M., Manuali E., Rocchi M.B. L., Baldelli B., Gazzanelli G.: Fine structural analyses of pancreatic acinar cell nuclei from mice fed on GM soybean. Eur. J. Histochem., 47:385-388, 2003; Malatesta M., Caporaloni C., Gavaudan S., Rocchi M.B.L., Tiberi C., Gazzanelli G.: Ultrastructural morphometrical and immunocytochemical analyses of hepatocyte nuclei from mice fed on genetically modified soybean. Cell Struct. Funct., 27: 173-180, 2002; Malatesta M., Caporaloni C., Rossi L., Battistelli S., Rocchi M.B.L., Tonucci F., Gazzanelli G.: Ultrastructural analysis of pancreatic acinar cells from mice fed on genetically modifed soybean. J. Anat., 201:409-416, 2002; Malatesta M., Tiberi C., Baldelli B., Battistelli S., Manuali E., Biggiogera B.: Reversibility of hepatocyte nuclear modifications in mice fed on genetically modified soybean. Eur. J. Histochem., 49:237-242, 2005; Vecchio L., Cisterna B., Malatesta M., Martin T.E., Biggiogera B.: Ultrastructural analysis of testes from mice fed on genetically modified soybean. Eur. J. Histochem., 48: 449-453, 2004. 4. See ref. 3 5. See ref. 3 6. Ermakova IV, “Genetically modified soy leads to the decrease of weight and high mortality of rat pups of the first generation”, preliminary studies. EcosInform 2006, 1, 4-9 (in Russian). Un documento completo è in fase di stampa: Ermakova IV, Genetics and ecology, in: Actual problems of science , Moscow , 2005, pp.53-59 (in Russian). 7. Food Standards Agency news No. 48, June 2005 8. Netherwood et al, “Assessing the survival of transgenic plant DNA in the human gastrointestinal tract", Nature Biotechnology, 2004; Duggan et al, "Fate of genetically modified maize DNA in the oral cavity and rumen of sheep", British Journal of Nutrition, 89(2): 159- 166, 2003 9. Ewen and Pusztai, “Effects of diets containing genetically modified potatoes expressing Galanthus nivalis lectin on rat small intestine”, The Lancet, 354, 1353-1354, 1999; A. Pusztai, “Can science give us the tools for recognizing possible health risks of GM food?” Nutr. Health, 16, 73-84; Fares, N.H. and El-Sayed, A.K., “Fine structural changes in the ileum of mice fed on endotoxin-treated potatoes and transgenic potatoes.” Natural Toxins, 6, 219-233, 1998. 10. Unpublished studies carried out for Calgene and at the request of the FDA respectively, in early 1990s, in reviewed “Food safety – contaminants and toxins”, CABI Publishing, 2003. 11.Unpublished study in early 1990s carried out for the company Calgene/the US Government, reviewed in “Food safety – contaminants and toxins”, CABI Publishing, 2003 12. Report for the Chardon LL Hearing: Non-suitability of genetically engineered feed for animals, by Eva Novotny, Scientists for Global Responsibility, May 2002

Disinformazione, 24 luglio 2007
da:
Bioagricultura Notizie
Numero 24, Venerdì 22 giugno 2007

erbe infestanti resistenti nei campi OGM

L’anno scorso, nel mondo sono stati coltivati 100 milioni di ettari di piante geneticamente modificate, di cui il 75% sono resistenti ad uno stesso diserbante, il glifosato. Il successo commerciale è stato enorme, ma delle nuvole si addensano all’orizzonte poiché la selezione naturale sta facendo il suo cammino: molte erbe infestanti stanno diventando a loro volta resistenti al glifosato. Il fenomeno è ancora localizzato e limitato, ma si estende. Interrogato dalla rivista Science che ha pubblicato un’indagine molto approfondita sull’argomento nel suo numero del 25 maggio 2007, il direttore del programma di ricerca sulle resistenze ai diserbanti in Australia occidentale ritiene ad esempio che “in tre o quattro anni, sarà un problema più grave”.

da:
Bioagricultura Notizie
del 16/3/07

Ogm. Studio dimostra tossicità del mais MON863. Greenpeace chiede ritiro dal mercato

Secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Archives of Environmental Contamination and Toxicology” il mais Ogm MON863, autorizzato dall'Ue al consumo umano, non è un prodotto sicuro. Dagli esperimenti condotti su alcune cavie, gli scienziati hanno infatti riscontrato segni di tossicità a carico di reni e fegato. L'associazione ambientalista Greenpeace interviene nella vicenda, chiedendo l'immediato ritiro dal mercato del prodotto ed invitando i governi nazionali a rivedere i metodi di valutazione per le autorizzazioni concesse agli Ogm. Lo studio ha preso in considerazione i risultati dei test di sicurezza, sottoposti dalla società Monsanto alla Commissione europea, quando l'azienda ha chiesto il via libera per la commercializzazione del proprio mais Ogm MON863 sul mercato europeo. “È la prima volta - sottolinea Greenpeace - che un prodotto transgenico, autorizzato per il consumo umano e animale, mostra segni di tossicità per gli organi interni”. Attualmente il prodotto è presente sul mercato Ue, in Australia, Canada, Cina, Giappone, Messico, Filippine e Usa. I dati della ricerca, ottenuti da Greenpeace in seguito a una vicenda giudiziaria, e trasmessi, per una adeguata valutazione, ad un gruppo di scienziati indipendenti, sono stati presentati oggi dall'associazione. “Le analisi della Monsanto - dichiara il professor Gilles Eric Séralini, esperto governativo in ingegneria genetica dell'università di Caen (Francia) - non superano un controllo minuzioso. Per cominciare, i loro protocolli statistici sono altamente discutibili. Peggio, l'azienda non ha effettuato una sufficiente analisi delle differenze nel peso degli animali studiati. Dati cruciali dei test delle urine sono stati cancellati dal dossier dall'azienda stessa”. (Help Consumatori)

I nostri consigli (link, indirizzi,...) COSMESI VEGETALE: se avete bisogno di prodotti quali: oli essenziali, creme dermoprotettive ed emollienti, unguenti, oli per massaggi e shampoo fatti artigianalmente con materie prime raccolte o reperite in prima persona nei più remoti e ancora incontaminati angoli del mondo da chi li produce, visitate il sito di un nostro amico che, nel suo campo, lavora con i nostri stessi principi.                "L'Agape" s.r.l.    www.agapeit.com        agape@protec.it
da:
www.greenplanet.net
OGM, PRIMO VIA LIBERA DELL'USDA A RISO CONTENENTE GENI UMANI
Lo rivela il quotidiano americano Washington Post

Il dipartimento dell'agricoltura americano ha approvato in via preliminare la richiesta della compagnia californiana Ventria Bioscience per la produzione commerciale di riso geneticamente modificato contenente geni umani. Lo ha reso noto il quotidiano americano "Washington Post".
Secondo quanto dichiarato da Scott Deeter, presidente della sede di Sacramento della Ventria Bioscience, i semi di questo tipo di coltivazione, realizzata dalla compagnia nel Kansas, contengono le proteine del sistema immunitario umano che verrebbero utilizzate come terapia medica anti-diarrea per i bambini e aggiunte ad alimenti salutari come lo yogurt.

Agrapress, 6 marzo 2007
INTERESSANTE!
dal BLOG di
BEPPE GRILLO www.beppegrillo.it
Le api che si nutrono di prodotti OGM non li apprezzano. Sono rimaste indietro. Non si sono evolute. E’ difficile stare al passo con la razza umana. Il loro scarso apprezzamento è tale che, dopo un po’, muoiono. Ma prima passano il messaggio. E sui campi OGM non si vede più un’ape.
Le api, prima di morire, producono miele OGM. Noi mangiamo miele OGM senza saperlo. Ci farà bene? Lo scopriremo solo morendo. E’ il bello dell’OGM. Stupisce sempre.
Come fanno gli apicoltori a sapere che le loro api sconfinano in campi OGM? Le api si muovono senza precauzioni. Vanno di fiore in fiore. Di coltivazione OGM in coltivazione OGM. Anche in quelle sperimentali. Di prodotti OGM non ancora approvati. Le api sono contro il progresso. Chi non si adegua è perduto. E non va in Borsa. Le api sono una risorsa economica, ma non producono bond. Un alveare può contenere fino a 50.000 api. In Europa ci sono miliardi di api. Ogni volta che un’ape esce dall’alveare impollina cento fiori. Il culo che si fanno le api a impollinare vale nell’ Unione Europea alcuni miliardi di euro di stipendio. Ma il valore dell’impollinazione è incommensurabile. Senza le api centinaia di piante scomparirebbero. Qualcuno pensa di essere in grado di fare il loro lavoro? Forse con nuovi prodotti di multinazionali OGM che ci rassicurano sempre sul nostro futuro e sul valore delle loro azioni?
Siamo diventati cavie inconsapevoli di derivati di prodotti OGM. Una soluzione c’è: Buttiglione. E’ l’apone italiano. Lo si dipinge di giallo e nero. Gli si mette il pungiglione dove deve stare. E lo si riproduce nei campi OGM su cartelli per api. Alla sua vista capirebbero l’entità del pericolo.
Gli Stati Uniti hanno più della metà di tutte le coltivazioni OGM mondiali. Quasi 50 milioni di ettari su 90 milioni. Per vincere la fame nel mondo. Dicono. O forse per esportarla, come la democrazia.

Ps: Negli Stati Uniti per cause legate ai pesticidi, ai cambiamenti ambientali e all’OGM, le api selvatiche native sono diminuite del 90% negli ultimi 50 anni. Gli alveari sono diminuiti di due terzi.

informazioni (notizie, articoli...)

CAGLIO e OGM: riportiamo uno stralcio dell'articolo apparso sul n° di gennaio della rivista specializzata:  "Il Latte".   "CAGLIO ANIMALE O DA FERMENTAZIONE?" (nota: i cagli da fermentazione sono quelli comunemente chiamati cagli vegetali o cagli microbici). "Per i produttori di formaggio, la scelta del coagulante dipende da vari fattori, e due sono le ragioni principali per scegliere il caglio animale: la legislazione e la tradizione. Per legge, i formaggi DOC (Parmigiano Reggiano,...)devono essere prodotti con caglio animale. (...) Anche il timore di OGM nei prodotti coagulanti derivanti da fermentazione (detti cagli vegetali) è un freno al cambiamento. Alcuni di questi sono ormai utilizzati in tutto il mondo, inclusi i Paesi europei in cui da tempo la discussione sugli OGM è aperta. L'ingrediente attivo naturale presente in questi coagulanti, cioè la chimosina, è ottenuto per fermentazione di un microrganismo geneticamente modificato che non necessita di dichiarazione in etichetta perchè rientra tra i coadiuvanti tecnologici. Questi coagulanti sono adatti ai prodotti per vegetariani, dove il caglio animale è improponibile."                            (confronta questi cosidetti cagli vegetali con quello che usiamo noi che è estratto da piante coltivate in azienda. Vai alla pagina: Caglio vegetale)

 
Poggio di Camporbiano - Loc. Larniano 25A - 53037 - San Gimignano (SI) - Tel./ Fax: 0571 678030 info@poggiodicamporbiano.it

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OGM
da: Green planet.net

Gli ogm in Europa sono un flop (-12%)

Mercoledì 24 Febbraio 2010 10:29

L'inversione di tendenza, anche nei paesi dove è ammessa la coltivazione, per la Coldiretti è la conferma che nel coltivare prodotti transgenici non c'è neanche convenienza economica. Il drastico crollo del 12 % nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009 (da 107719 ettari a 94750 ettari), è confermato dal rapporto annuale 2009 dell' "International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications" (ISAAA). Contemporaneamente al flop nelle semine dopo il divieto posto anche in Germania nell'aprile 2009, si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi Europei dove è possibile coltivare il mais BT geneticamente modificato, l'unico presente nel Vecchio Continente. Le sei nazioni che hanno coltivato mais BT in ordine di grandezza della superficie coltivata sono Spagna (80 % del totale), Repubblica Ceca, Portogallo, Romania, Polonia e Slovacchia. Flessione registrata in Spagna (- 4%), in Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia, mentre la Polonia ha mantenuto la stessa superficie coltivata e solo il Portogallo dimostra un segno positivo.

Secondo Franco Marini di Coldiretti il fatto che, anche dove è possibile la coltivazione, gli agricoltori riducano le semine è la concreta dimostrazione che per gli ogm attualmente in commercio non c'è quella miracolosa convenienza economica che le multinazionali e i loro "tifosi" propagandano.

A dodici anni dalla loro introduzione in Europa, le coltivazioni biotech sono già in calo e rappresentano molto meno dell'uno per cento del totale perché non sono riuscite a trovare un mercato, vista la persistente contrarietà dei consumatori. Una contrarietà che sarebbe giustificata dai crescenti dubbi sul piano sanitario e ambientale che nel corso del 2009 hanno portato il governo tedesco a vietare il mais Mon 810 (che alcuni vorrebbero seminare in Italia) a seguito di nuove acquisizioni circa gli effetti negativi sull'apparato intestinale, sugli organismi del terreno e sulla dispersione del polline, con contaminazioni derivanti dalla impollinazione incrociata tra coltivazioni transgeniche e non.

Sulla base dei risultati dell'ultima indagine annuale Coldiretti-Swg "Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione", il 72% dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti ogm siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali.


LATTE CRUDO

ECCO LA LETTERA CHE CI HA SCRITTO UNA NOSTRA CLIENTE.

"Ho comprato e bevuto il vostro latte, dandolo anche alle mie bimbe di 2 e 4 anni pur se con qualche timore per quanto recentemente disposto dal decreto legge in merito al latte crudo. E' ovvio che non è mia intenzione bollire il vostro latte, altrimenti non avrebbe senso comprarlo crudo, farei prima a comprarlo al supermercato. Ma non le nascondo che, trattandosi delle mie figlie e avendo a cuore la loro salute sopra ogni altra cosa al mondo, ho dei timori a dar loro il latte e di conseguenza anche i formaggi di vostra produzione. Io non so se il decreto legge nasce dalla volontà di danneggiare voi produttori di latte crudo e favorire i produttori di latte pastorizzato o se nasce da una sincera tutela della salute del consumatore. So per certo che ci sono stati 3 casi di Sindrome emolitico uremica nel 2007 e 6 nel 2008, dovuti "forse" al latte crudo e so altrettanto per certo che non vorrei mai rischiare che una delle mie figlie fosse uno dei casi del 2009, non vorrei mai sottovalutare il rischio. Fermo restando che ho apprezzato il vostro latte tantissimo e, da grande appassionata di latte quale sono ne ho notato l'enorme differenza con il latte pastorizzato dei supermercati, o bisogno però di un'assoluta garanzia di sanità del vostro latte. Voi e la ASL di riferimento potete garantirmi controlli sulla qualità e sanità di ogni bottiglia del vostro latte? Come posso esser certa che il batterio Escherichia coli 0157 sia assente dal vostro latte? Non mi fraintenda, io vorrei con tutto il cuore continuare a comprare il vostro latte e soprattutto darlo alle mie figlie per abituarle ai sapori genuini, ma prima di ogni cosa al mondo viene la loro salute. Certo, lei mi dirà: e che salute garantisce loro dando un latte quasi completamente privato delle sue sostanze nutritive come le proteine? Certo, ha ragione, ma preferisco forse far loro meno bene che più male!! Insomma, ho voluto chiederle tutto questo perché non mi sento schierata né pro GAS e quindi pro latte crudo né pro decreti governativi vari, tanto più che sono fortemente anti-Berlusconiana e quindi ho sempre il sospetto che tutto ciò che viene da questo governo sia frutto di stupidità e incompetenza. Grazie delle risposte e a presto"

C.



.E LA NOSTRA RISPOSTA:

Buongiorno C.,

qui di seguito cercherò di fornirle delle informazioni in modo che lei possa avere più dati possibili per fare la sua scelta tra bollitura o no (cercherò di rispettare l'ordine delle sue osservazioni della mail).

- Tra il latte del supermercato, anche se BIO, e il latte crudo c'è una grande differenza.

Per prima cosa oltre alla pastorizzazione, c'è l'omogeneizzazione. Questa fa sì che nel contenitore del supermercato non si possa dividere la parte grassa dal resto (l'affioramento della panna). Il processo di omogeneizzazione comporta uno "sminuzzamento" delle particelle di grasso del latte per cui queste rimangono in sospensione come un'emulsione. A detta di diversi medici, questa riduzione innaturale farebbe sì che il nostro organismo abbia difficoltà a "riconoscere le particelle" e comporti quindi difficoltà di digestione ed anche, in alcuni casi, reazioni allergiche.

Altro aspetto sostanziale è l'alimentazione delle vacche. Perchè si formi 1 litro di latte è necessario che nella mammella transitino circa 500 litri di sangue per cui è facile dedurre quanto sia importante ciò che mangia la vacca per evitare che si concentrino nel latte sostanze indesiderate e residui. Noi come scelta, da sempre, ci siamo imposti di essere più rigorosi delle normative che regolano il biologico e, di conseguenza non utilizziamo né soia e mais (per il rischio elevatissimo di OGM anche nei mangimi BIO), né insilati (per i rischi di micotossine), né antibiotici (per i rischi di contaminazione), né mangimi (le cui composizioni sono difficilmente controllabili),. tutte cose non escluse dall'agricoltura biologica. L'alimentazione con cui nutriamo i nostri animali è composta semplicemente da: fieno ed erba, crusca e orzo tutti biologici. È evidente che così le nostre vacche producono meno, ma preferiamo che gli animali producano meno ma che stiano bene e facciano un latte senza residui.

Tutto questo per chiarire che la differenza non è solo tra pastorizzato e crudo o tra bio e convenzionale ma è necessario valutare anche altre variabili. Anche tra i vari latte BIO può esserci grande differenza .

- Per quel che riguarda i formaggi il problema non esiste perché subito prima della caseificazione pastorizziamo il latte in modo controllato alle minime temperature. L'E.coli 0157 non sopravvive alla pastorizzazione, che consiste in un riscaldamento del latte fino a circa 75°C per almeno 15 secondi. La bollitura (= 100°C) è molto più distruttiva; infatti alcuni enzimi come la perossidasi sono ancora presenti dopo la pastorizzazione e invece vengono degradati da temperature superiori. È quindi sicuramente meglio solo pastorizzare il latte invece di bollirlo, è comunque comprensibile che sia più semplice dare indicazioni per la bollitura che non per la pastorizzazione (vedi decreto legge).

- Si è da poco tenuto, presso l'Università di Pisa, un convegno dedicato al problema del latte crudo.

I relatori stessi erano molto stupiti del rilievo mediatico dato al problema. Meno di dieci casi, sui milioni di bicchieri venduti dai distributori di latte crudo, non è per loro una percentuale di rischio ma si è a livello di: "semplice curiosità scientifica". In Italia ogni anno si riscontrano circa 30 casi della sindrome emolitico uremica e di questi 6 o 7 qualcuno ha ipotizzato che potessero avere a che fare con il latte, senza alcuna dimostrazione. Infatti la stessa probabilità di venire a contatto con lo 0157 c'è con gli hamburgher non perfettamente cotti, i salamini, la verdura cruda,. Infatti l'E.coli0157 è un batterio che non è presente all'interno della mammella ma può contaminare il latte dopo la mungitura come può contaminare anche tutto quello che può venire a contatto del letame come può succedere nei macelli e nei campi. Sempre i docenti di Pisa, consigliavano di cercare la causa dell'esplosione del problema nei mancati introiti delle industrie di distribuzione del latte causati dalla diffusione dei distributori di latte crudo gestiti direttamente dai produttori (solo nell'ultimo anno più di 75 milioni di euro). Questo solo per dare le giuste proporzioni al rischio. È un po' come se nel Mediterraneo nessuno facesse più il bagno in mare per paura degli squali.

- Veniamo al nostro caso: la nostra collaborazione con l'AUSL è massima. Infatti è con loro che, valutando le probabilità di rischio, abbiamo concordato un programma di controllo specifico per l'E.coli 0157, oltre alle analisi di legge quindicinali (carica batterica + cellule somatiche). Questo consiste in analisi su latte di massa (= campione di latte di tutti gli animali in mungitura) e sulla lettiera (= letame). Queste per accertarci che sia nel latte che nell'ambiente della stalla non sia presente il batterio. Ad oggi tutte le analisi hanno sempre dato esito negativo. Queste però non sono quotidiane ma distanziate nel tempo proprio perché conoscendo molto bene il nostro allevamento e il nostro modo di lavorare la AUSL ha ritenuto che il fattore di rischio fosse infinitesimale e quindi sufficientemente monitorato da un numero limitato di analisi. È per questo che non possiamo fornire referti analitici per . ogni bottiglia!!??

Queste sono alcune osservazioni che spero le possano essere utili per la scelta che deve fare. Siamo ben consci che il latte è un alimento delicato e facilmente esposto a contaminazioni, ciò nonostante il nostro latte non lo bolliamo perchè sappiamo come alleviamo e come mungiamo. È però indispensabile che ognuno faccia quello che reputa più giusto e sicuro per la sua salute.

Sulla nostra bottiglia troverà la dicitura: "Prodotto da consumarsi solo dopo bollitura", dicitura obbligatoria introdotta dall'ultimo decreto. Secondo lo stesso è infatti obbligatorio tale trattamento termico del latte crudo prima del consumo.

Cordiali saluti

Un altro cliente ci ha segnalato questo link: www.ruralpini.it/latte_crudo.htm


OGM e ricerca

Foglio d'informazione di GreenPlanet.net

N.316/ ANNO VII - OTTOBRE 2007

I MISERANDI FIGLI DEI RATTI CHE MANGIANO OGM

Una scienziata russa si è concentrata sui discendenti degli animali nutriti con soia geneticamente modificata: moltissimi cuccioli sono morti o sono cresciuti stentati, nessuno è riuscito a riprodursi.

Prendete un'ipotetica vittoria elettorale del centrosinistra e trasferitela nel Tg4 di Emilio Fede. E' più o meno questo il trattamento che la comunità scientifica internazionale ha riservato allo studio compiuto da una scienziata russa, Irina Ermakova, sugli effetti nei ratti dell'alimentazione contenente Ogm. Ermakova si è concentrata sui discendenti degli animali nutriti con Ogm, un punto trascurato dalla stragrande maggioranza delle ricerche, ed ha riscontrato che moltissimi cuccioli sono morti o sono cresciuti stentati.[...]Inoltre i cuccioli, una volta diventati adulti, non sono assolutamente riusciti a riprodursi.

Il lavoro di Irina Ermakova, una studiosa dell'Accademia Russa delle Scienze, è datato 2005 ed è stato ripreso il mese scorso dalla prestigiosa rivista internazionale Nature Biotechnology. Però non è stato propriamente pubblicato: i risultati sono stati semplicemente sottoposti alla confutazione di altri scienziati, "tutti favorevoli agli Ogm e legati all'industria biotecnologica", nota Pietro Perrino, dirigente di ricerca del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche ) presso l'Istituto di genetica vegetale di Bari [...]


OGM e salute

LA NOSTRA SALUTE MINACCIATA DAGLI OGM

martedì 24 luglio 2007

Nuovi studi rivelano inquietanti retroscena sull'impatto sulla salute degli Ogm

Nuovi studi rivelano inquietanti retroscena sull'impatto sulla salute degli Ogm

Nonostante gli OGM siano stati approvati e commercializzati per molti anni, non esistono ricerche scientifiche sul loro impatto sulla biologia degli organismi viventi. Questo è dovuto in parte al fatto che prove di nutrizione animale NON SONO PREVISTI per dare approvazione di sicurezza sia nell’UE che, tantomeno (figuriamoci), negli USA. Tuttavia ora sta emergendo una serie di documentazioni da un piccolo numero di esperimenti, fatti su animali, sugli effetti sulla salute e su quella che si chiama EPIGENETICA. L'epigenetica è una branca della Biologia Molecolare, che ha a che fare con la Genetica , ma si occupa delle modifiche che il materiale genetico può subire durante la vita. Alcune malattie, come i tumori, hanno una base detta appunto "epigenetica". Questi studi indicano che l’ingegneria genetica è molto più imprevedibile e rischiosa rispetto all’allevamento tradizionale.

1) studi di nutrizione animale: recenti studi hanno messo in luce una gamma di seri, inspiegabili effetti derivanti dal consumo di OGM. Uno studio Australiano su piselli gm ha rivelato effetti immunologici legati al trasferimento di un gene, ritenuto sicuro, a diverse specie di piante, che ha causato reazioni allergiche nei gatti.

2) Un esperimento condotto dalla stessa Monsanto ha messo in luce effetti immunologici con un aumento dei globuli bianchi nel sangue di topi alimentati con mais gm.

3) L’unico test a lungo termine (24 mesi), condotto da un gruppo italiano ha dimostrato che gli ogm possono modificare alcuni organi interni. La nutrizione di topi con il famoso mais Roundup Ready ha cambiato la struttura e il funzionamento delle cellule del fegato, del pancreas e dei testicoli.

4) Un esperimento di nutrizione di topi con mais mon 863 condotto da Monsanto ha dimostrato che i neonati avevano un peso inferiore al normale. INBoltre si è visto che il consumo di Mon 863 aveva effetti sulla composizione del sangue, con globuli rossi immaturi e alterazione dei parametri ematici.

5) Uno studio condotto in Russia ha messo in evidenza apparenti effetti generazionali degli OGM con elevata mortalità di giovani topi alimentati con soia Roundup Ready (56% di mortalità e crescita stentata dei neonati sopravvissuti).

6) Un programma finanziato dalla FSA (Food Standards Agency ) Inglese ha dimostrato che l’ingegneria genetica provoca normalmente un vasto numero di modifiche genetiche e chimiche casuali nelle piante, il cui impatto sulla salute è totalmente sconosciuto.

7) Due studi inglesi, uno sugli esseri umani e uno su pecore, hanno dimostrato che quando gli OGM sono ingeriti, alcuni dei geni inseriti si spostano e vengono trasferiti ai batteri dell’intestino.

8) Studi non più recenti avevano già dimostrato che il consumo di ogm danneggia la parete dell’intestino ed è associata con le morti inspiegabili di animali da esperimento: studi effettuati da 3 diversi gruppi di ricerca hanno dimostrato che due piane gm hanno la capacità di indurre emorragie, altri ricercatori si sono accorti che le patate e i pomodori gm provocano lesioni alla parete intestinale dei topi e dei gatti.

9) Almeno due esperimenti di nutrizione con pomodori gm si sono conclusi con la morte inspiegabile degli animali da esperimento, con 7 topi su 40 (il 17,5%) nelle prime due settimane e il 7% di mortalità per polli nutriti con il mais tollerante il glufosinato (il doppio rispetto a quelli nutriti senza ogm).

Vale la pena di puntualizzare che questi studi sono stati effettuati per identificare impatti sulla salute e comprendevano studi tossicologici e analisi di tessuti. Molto diversi dai vari studi di nutrizione di cui si sente a volte parlare, solitamente effettuali con lo scopo di valutare gli aspetti commerciali degli ogm. Le cause di questi effetti non sono conosciute, ma molti sono i fattori in gioco. Si sa da tempo che l’inserzione artificiale, e casuale, dei geni, interrompe la sequenza di altri geni con effetti legati alla posizione in cui avviene l’inserimento. Inoltre il funzionamento chimico del nuovo gene interagisce con le attività dei geni naturali della pianta, disturbando i processi biochimici e quindi il metabolismo in modi imprevedibili. L’epigenetica ha dimostrato che un gene agisce solo per una parte di un processo metabolico e negli esseri viventi esiste una certa interazione tra geni diversi e con l’ambiente in cui vive un certo organismo. I dettagli esatti di questa interazione sono ancora poco noti, tuttavia sufficienti a dimostrare l’imprevedibilità dell’ingegneria genetica, con risultati diversi a seconda della situazione e una instabilità molto frequente.

BIBLIOGRAFIA CONSULTATA 1. "Transgenic Expression of Bean -Amylase Inhibitor in Peas Results in Altered Structure and Immunogenicity", Prescott et al, Journal of Agricultural and Food Chemistry, 53 (23), 9023 -9030, 2005 2. Monsanto’s report on its 90-day rat feeding trial of MON 863 submitted to EFSA, the European body which approves GMOs, as part of its application for approval of the maize (1139 pages), entitled “13-Week Dietary Subchronic Comparison Study with MON 863 Corn in Rats Preceded by a 1-Week Baseline Food Consumption Determination with PMI Certified Rodent Diet #5002”, 17 December 2002, disponibile su: http://www.monsanto.com/monsanto/content/sci_tech/prod_safety/fullratstudy.pdf . Reviewed by Dr Arpad Pusztai for the German environment agency BfN, in September and November 2004, disponibile su: http://www.gmwatch.org/p1temp.asp?pid=66&page=1 3. Malatesta M., Biggiogera M., Manuali E., Rocchi M.B. L., Baldelli B., Gazzanelli G.: Fine structural analyses of pancreatic acinar cell nuclei from mice fed on GM soybean. Eur. J. Histochem., 47:385-388, 2003; Malatesta M., Caporaloni C., Gavaudan S., Rocchi M.B.L., Tiberi C., Gazzanelli G.: Ultrastructural morphometrical and immunocytochemical analyses of hepatocyte nuclei from mice fed on genetically modified soybean. Cell Struct. Funct., 27: 173-180, 2002; Malatesta M., Caporaloni C., Rossi L., Battistelli S., Rocchi M.B.L., Tonucci F., Gazzanelli G.: Ultrastructural analysis of pancreatic acinar cells from mice fed on genetically modifed soybean. J. Anat., 201:409-416, 2002; Malatesta M., Tiberi C., Baldelli B., Battistelli S., Manuali E., Biggiogera B.: Reversibility of hepatocyte nuclear modifications in mice fed on genetically modified soybean. Eur. J. Histochem., 49:237-242, 2005; Vecchio L., Cisterna B., Malatesta M., Martin T.E., Biggiogera B.: Ultrastructural analysis of testes from mice fed on genetically modified soybean. Eur. J. Histochem., 48: 449-453, 2004. 4. See ref. 3 5. See ref. 3 6. Ermakova IV, “Genetically modified soy leads to the decrease of weight and high mortality of rat pups of the first generation”, preliminary studies. EcosInform 2006, 1, 4-9 (in Russian). Un documento completo è in fase di stampa: Ermakova IV, Genetics and ecology, in: Actual problems of science , Moscow , 2005, pp.53-59 (in Russian). 7. Food Standards Agency news No. 48, June 2005 8. Netherwood et al, “Assessing the survival of transgenic plant DNA in the human gastrointestinal tract", Nature Biotechnology, 2004; Duggan et al, "Fate of genetically modified maize DNA in the oral cavity and rumen of sheep", British Journal of Nutrition, 89(2): 159- 166, 2003 9. Ewen and Pusztai, “Effects of diets containing genetically modified potatoes expressing Galanthus nivalis lectin on rat small intestine”, The Lancet, 354, 1353-1354, 1999; A. Pusztai, “Can science give us the tools for recognizing possible health risks of GM food?” Nutr. Health, 16, 73-84; Fares, N.H. and El-Sayed, A.K., “Fine structural changes in the ileum of mice fed on endotoxin-treated potatoes and transgenic potatoes.” Natural Toxins, 6, 219-233, 1998. 10. Unpublished studies carried out for Calgene and at the request of the FDA respectively, in early 1990s, in reviewed “Food safety – contaminants and toxins”, CABI Publishing, 2003. 11.Unpublished study in early 1990s carried out for the company Calgene/the US Government, reviewed in “Food safety – contaminants and toxins”, CABI Publishing, 2003 12. Report for the Chardon LL Hearing: Non-suitability of genetically engineered feed for animals, by Eva Novotny, Scientists for Global Responsibility, May 2002

Disinformazione, 24 luglio 2007

da:
Bioagricultura Notizie, Numero 24, Venerdì 22 giugno 2007

erbe infestanti resistenti nei campi OGM

L'anno scorso, nel mondo sono stati coltivati 100 milioni di ettari di piante geneticamente modificate, di cui il 75% sono resistenti ad uno stesso diserbante, il glifosato. Il successo commerciale è stato enorme, ma delle nuvole si addensano all'orizzonte poiché la selezione naturale sta facendo il suo cammino: molte erbe infestanti stanno diventando a loro volta resistenti al glifosato. Il fenomeno è ancora localizzato e limitato, ma si estende. Interrogato dalla rivista Science che ha pubblicato un'indagine molto approfondita sull'argomento nel suo numero del 25 maggio 2007, il direttore del programma di ricerca sulle resistenze ai diserbanti in Australia occidentale ritiene ad esempio che "in tre o quattro anni, sarà un problema più grave".


da:
Bioagricultura Notizie del 16/3/07

Ogm. Studio dimostra tossicità del mais MON863. Greenpeace chiede ritiro dal mercato

Secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica "Archives of Environmental Contamination and Toxicology" il mais Ogm MON863, autorizzato dall'Ue al consumo umano, non è un prodotto sicuro. Dagli esperimenti condotti su alcune cavie, gli scienziati hanno infatti riscontrato segni di tossicità a carico di reni e fegato. L'associazione ambientalista Greenpeace interviene nella vicenda, chiedendo l'immediato ritiro dal mercato del prodotto ed invitando i governi nazionali a rivedere i metodi di valutazione per le autorizzazioni concesse agli Ogm. Lo studio ha preso in considerazione i risultati dei test di sicurezza, sottoposti dalla società Monsanto alla Commissione europea, quando l'azienda ha chiesto il via libera per la commercializzazione del proprio mais Ogm MON863 sul mercato europeo. "È la prima volta - sottolinea Greenpeace - che un prodotto transgenico, autorizzato per il consumo umano e animale, mostra segni di tossicità per gli organi interni". Attualmente il prodotto è presente sul mercato Ue, in Australia, Canada, Cina, Giappone, Messico, Filippine e Usa. I dati della ricerca, ottenuti da Greenpeace in seguito a una vicenda giudiziaria, e trasmessi, per una adeguata valutazione, ad un gruppo di scienziati indipendenti, sono stati presentati oggi dall'associazione. "Le analisi della Monsanto - dichiara il professor Gilles Eric Séralini, esperto governativo in ingegneria genetica dell'università di Caen (Francia) - non superano un controllo minuzioso. Per cominciare, i loro protocolli statistici sono altamente discutibili. Peggio, l'azienda non ha effettuato una sufficiente analisi delle differenze nel peso degli animali studiati. Dati cruciali dei test delle urine sono stati cancellati dal dossier dall'azienda stessa". (Help Consumatori)


I nostri consigli (link, indirizzi,...)

COSMESI VEGETALE:se avete bisogno di prodotti quali: oli essenziali, creme dermoprotettive ed emollienti, unguenti, oli per massaggi e shampoo fatti artigianalmente con materie prime raccolte o reperite in prima persona nei più remoti e ancora incontaminati angoli del mondo da chi li produce, visitate il sito di un nostro amico che, nel suo campo, lavora con i nostri stessi principi.                "L'Agape" s.r.l.    www.agapeit.com        agape@protec.it


da:
www.greenplanet.net

OGM, PRIMO VIA LIBERA DELL'USDA A RISO CONTENENTE GENI UMANI

Lo rivela il quotidiano americano Washington Post

Il dipartimento dell'agricoltura americano ha approvato in via preliminare la richiesta della compagnia californiana Ventria Bioscience per la produzione commerciale di riso geneticamente modificato contenente geni umani. Lo ha reso noto il quotidiano americano "Washington Post". Secondo quanto dichiarato da Scott Deeter, presidente della sede di Sacramento della Ventria Bioscience, i semi di questo tipo di coltivazione, realizzata dalla compagnia nel Kansas, contengono le proteine del sistema immunitario umano che verrebbero utilizzate come terapia medica anti-diarrea per i bambini e aggiunte ad alimenti salutari come lo yogurt.

Agrapress, 6 marzo 2007


INTERESSANTE!
dal BLOG di
BEPPE GRILLO www.beppegrillo.it

Le api che si nutrono di prodotti OGM non li apprezzano. Sono rimaste indietro. Non si sono evolute. E’ difficile stare al passo con la razza umana. Il loro scarso apprezzamento è tale che, dopo un po’, muoiono. Ma prima passano il messaggio. E sui campi OGM non si vede più un’ape.
Le api, prima di morire, producono miele OGM. Noi mangiamo miele OGM senza saperlo. Ci farà bene? Lo scopriremo solo morendo. E’ il bello dell’OGM. Stupisce sempre.
Come fanno gli apicoltori a sapere che le loro api sconfinano in campi OGM? Le api si muovono senza precauzioni. Vanno di fiore in fiore. Di coltivazione OGM in coltivazione OGM. Anche in quelle sperimentali. Di prodotti OGM non ancora approvati. Le api sono contro il progresso. Chi non si adegua è perduto. E non va in Borsa. Le api sono una risorsa economica, ma non producono bond. Un alveare può contenere fino a 50.000 api. In Europa ci sono miliardi di api. Ogni volta che un’ape esce dall’alveare impollina cento fiori. Il culo che si fanno le api a impollinare vale nell’ Unione Europea alcuni miliardi di euro di stipendio. Ma il valore dell’impollinazione è incommensurabile. Senza le api centinaia di piante scomparirebbero. Qualcuno pensa di essere in grado di fare il loro lavoro? Forse con nuovi prodotti di multinazionali OGM che ci rassicurano sempre sul nostro futuro e sul valore delle loro azioni?
Siamo diventati cavie inconsapevoli di derivati di prodotti OGM. Una soluzione c’è: Buttiglione. E’ l’apone italiano. Lo si dipinge di giallo e nero. Gli si mette il pungiglione dove deve stare. E lo si riproduce nei campi OGM su cartelli per api. Alla sua vista capirebbero l’entità del pericolo.
Gli Stati Uniti hanno più della metà di tutte le coltivazioni OGM mondiali. Quasi 50 milioni di ettari su 90 milioni. Per vincere la fame nel mondo. Dicono. O forse per esportarla, come la democrazia.

Ps: Negli Stati Uniti per cause legate ai pesticidi, ai cambiamenti ambientali e all’OGM, le api selvatiche native sono diminuite del 90% negli ultimi 50 anni. Gli alveari sono diminuiti di due terzi.


informazioni (notizie, articoli...)

CAGLIO e OGM: riportiamo uno stralcio dell'articolo apparso sul n° di gennaio della rivista specializzata: "Il Latte". "CAGLIO ANIMALE O DA FERMENTAZIONE?" (nota: i cagli da fermentazione sono quelli comunemente chiamati cagli vegetali o cagli microbici). "Per i produttori di formaggio, la scelta del coagulante dipende da vari fattori, e due sono le ragioni principali per scegliere il caglio animale: la legislazione e la tradizione. Per legge, i formaggi DOC (Parmigiano Reggiano,...)devono essere prodotti con caglio animale. (...) Anche il timore di OGM nei prodotti coagulanti derivanti da fermentazione (detti cagli vegetali) è un freno al cambiamento. Alcuni di questi sono ormai utilizzati in tutto il mondo, inclusi i Paesi europei in cui da tempo la discussione sugli OGM è aperta. L'ingrediente attivo naturale presente in questi coagulanti, cioè la chimosina, è ottenuto per fermentazione di un microrganismo geneticamente modificato che non necessita di dichiarazione in etichetta perchè rientra tra i coadiuvanti tecnologici. Questi coagulanti sono adatti ai prodotti per vegetariani, dove il caglio animale è improponibile."
(confronta questi cosidetti cagli vegetali con quello che usiamo noi che è estratto da piante coltivate in azienda. Vai alla pagina: Caglio vegetale)

Az. agricola POGGIO DI CAMPORBIANO, sede: loc. Larniano 22a, 53037 - San Gimignano (Siena); centro az.: loc. Camporbiano 8, 50050 - Gambassi Terme (Firenze). Tel. e fax: 0571.678030, P.I. 00722230521 e-mail:azienda@poggiodicamporbiano.it,

NOTIZIE INTERESSANTI

In questa pagina trovate quello che pensiamo possa interessarvi: notizie, link, curiosità,...
Le notizie e le novità sulla nostra azienda le trovate nella pagina NEWS.


OGM
da: Green planet.net

Gli ogm in Europa sono un flop (-12%)

Mercoledì 24 Febbraio 2010 10:29

L'inversione di tendenza, anche nei paesi dove è ammessa la coltivazione, per la Coldiretti è la conferma che nel coltivare prodotti transgenici non c'è neanche convenienza economica. Il drastico crollo del 12 % nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009 (da 107719 ettari a 94750 ettari), è confermato dal rapporto annuale 2009 dell' "International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications" (ISAAA). Contemporaneamente al flop nelle semine dopo il divieto posto anche in Germania nell'aprile 2009, si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi Europei dove è possibile coltivare il mais BT geneticamente modificato, l'unico presente nel Vecchio Continente. Le sei nazioni che hanno coltivato mais BT in ordine di grandezza della superficie coltivata sono Spagna (80 % del totale), Repubblica Ceca, Portogallo, Romania, Polonia e Slovacchia. Flessione registrata in Spagna (- 4%), in Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia, mentre la Polonia ha mantenuto la stessa superficie coltivata e solo il Portogallo dimostra un segno positivo.

Secondo Franco Marini di Coldiretti il fatto che, anche dove è possibile la coltivazione, gli agricoltori riducano le semine è la concreta dimostrazione che per gli ogm attualmente in commercio non c'è quella miracolosa convenienza economica che le multinazionali e i loro "tifosi" propagandano.

A dodici anni dalla loro introduzione in Europa, le coltivazioni biotech sono già in calo e rappresentano molto meno dell'uno per cento del totale perché non sono riuscite a trovare un mercato, vista la persistente contrarietà dei consumatori. Una contrarietà che sarebbe giustificata dai crescenti dubbi sul piano sanitario e ambientale che nel corso del 2009 hanno portato il governo tedesco a vietare il mais Mon 810 (che alcuni vorrebbero seminare in Italia) a seguito di nuove acquisizioni circa gli effetti negativi sull'apparato intestinale, sugli organismi del terreno e sulla dispersione del polline, con contaminazioni derivanti dalla impollinazione incrociata tra coltivazioni transgeniche e non.

Sulla base dei risultati dell'ultima indagine annuale Coldiretti-Swg "Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione", il 72% dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti ogm siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali.


LATTE CRUDO

ECCO LA LETTERA CHE CI HA SCRITTO UNA NOSTRA CLIENTE.

"Ho comprato e bevuto il vostro latte, dandolo anche alle mie bimbe di 2 e 4 anni pur se con qualche timore per quanto recentemente disposto dal decreto legge in merito al latte crudo. E' ovvio che non è mia intenzione bollire il vostro latte, altrimenti non avrebbe senso comprarlo crudo, farei prima a comprarlo al supermercato. Ma non le nascondo che, trattandosi delle mie figlie e avendo a cuore la loro salute sopra ogni altra cosa al mondo, ho dei timori a dar loro il latte e di conseguenza anche i formaggi di vostra produzione. Io non so se il decreto legge nasce dalla volontà di danneggiare voi produttori di latte crudo e favorire i produttori di latte pastorizzato o se nasce da una sincera tutela della salute del consumatore. So per certo che ci sono stati 3 casi di Sindrome emolitico uremica nel 2007 e 6 nel 2008, dovuti "forse" al latte crudo e so altrettanto per certo che non vorrei mai rischiare che una delle mie figlie fosse uno dei casi del 2009, non vorrei mai sottovalutare il rischio. Fermo restando che ho apprezzato il vostro latte tantissimo e, da grande appassionata di latte quale sono ne ho notato l'enorme differenza con il latte pastorizzato dei supermercati, o bisogno però di un'assoluta garanzia di sanità del vostro latte. Voi e la ASL di riferimento potete garantirmi controlli sulla qualità e sanità di ogni bottiglia del vostro latte? Come posso esser certa che il batterio Escherichia coli 0157 sia assente dal vostro latte? Non mi fraintenda, io vorrei con tutto il cuore continuare a comprare il vostro latte e soprattutto darlo alle mie figlie per abituarle ai sapori genuini, ma prima di ogni cosa al mondo viene la loro salute. Certo, lei mi dirà: e che salute garantisce loro dando un latte quasi completamente privato delle sue sostanze nutritive come le proteine? Certo, ha ragione, ma preferisco forse far loro meno bene che più male!! Insomma, ho voluto chiederle tutto questo perché non mi sento schierata né pro GAS e quindi pro latte crudo né pro decreti governativi vari, tanto più che sono fortemente anti-Berlusconiana e quindi ho sempre il sospetto che tutto ciò che viene da questo governo sia frutto di stupidità e incompetenza. Grazie delle risposte e a presto"

C.



.E LA NOSTRA RISPOSTA:

Buongiorno C.,

qui di seguito cercherò di fornirle delle informazioni in modo che lei possa avere più dati possibili per fare la sua scelta tra bollitura o no (cercherò di rispettare l'ordine delle sue osservazioni della mail).

- Tra il latte del supermercato, anche se BIO, e il latte crudo c'è una grande differenza.

Per prima cosa oltre alla pastorizzazione, c'è l'omogeneizzazione. Questa fa sì che nel contenitore del supermercato non si possa dividere la parte grassa dal resto (l'affioramento della panna). Il processo di omogeneizzazione comporta uno "sminuzzamento" delle particelle di grasso del latte per cui queste rimangono in sospensione come un'emulsione. A detta di diversi medici, questa riduzione innaturale farebbe sì che il nostro organismo abbia difficoltà a "riconoscere le particelle" e comporti quindi difficoltà di digestione ed anche, in alcuni casi, reazioni allergiche.

Altro aspetto sostanziale è l'alimentazione delle vacche. Perchè si formi 1 litro di latte è necessario che nella mammella transitino circa 500 litri di sangue per cui è facile dedurre quanto sia importante ciò che mangia la vacca per evitare che si concentrino nel latte sostanze indesiderate e residui. Noi come scelta, da sempre, ci siamo imposti di essere più rigorosi delle normative che regolano il biologico e, di conseguenza non utilizziamo né soia e mais (per il rischio elevatissimo di OGM anche nei mangimi BIO), né insilati (per i rischi di micotossine), né antibiotici (per i rischi di contaminazione), né mangimi (le cui composizioni sono difficilmente controllabili),. tutte cose non escluse dall'agricoltura biologica. L'alimentazione con cui nutriamo i nostri animali è composta semplicemente da: fieno ed erba, crusca e orzo tutti biologici. È evidente che così le nostre vacche producono meno, ma preferiamo che gli animali producano meno ma che stiano bene e facciano un latte senza residui.

Tutto questo per chiarire che la differenza non è solo tra pastorizzato e crudo o tra bio e convenzionale ma è necessario valutare anche altre variabili. Anche tra i vari latte BIO può esserci grande differenza .

- Per quel che riguarda i formaggi il problema non esiste perché subito prima della caseificazione pastorizziamo il latte in modo controllato alle minime temperature. L'E.coli 0157 non sopravvive alla pastorizzazione, che consiste in un riscaldamento del latte fino a circa 75°C per almeno 15 secondi. La bollitura (= 100°C) è molto più distruttiva; infatti alcuni enzimi come la perossidasi sono ancora presenti dopo la pastorizzazione e invece vengono degradati da temperature superiori. È quindi sicuramente meglio solo pastorizzare il latte invece di bollirlo, è comunque comprensibile che sia più semplice dare indicazioni per la bollitura che non per la pastorizzazione (vedi decreto legge).

- Si è da poco tenuto, presso l'Università di Pisa, un convegno dedicato al problema del latte crudo.

I relatori stessi erano molto stupiti del rilievo mediatico dato al problema. Meno di dieci casi, sui milioni di bicchieri venduti dai distributori di latte crudo, non è per loro una percentuale di rischio ma si è a livello di: "semplice curiosità scientifica". In Italia ogni anno si riscontrano circa 30 casi della sindrome emolitico uremica e di questi 6 o 7 qualcuno ha ipotizzato che potessero avere a che fare con il latte, senza alcuna dimostrazione. Infatti la stessa probabilità di venire a contatto con lo 0157 c'è con gli hamburgher non perfettamente cotti, i salamini, la verdura cruda,. Infatti l'E.coli0157 è un batterio che non è presente all'interno della mammella ma può contaminare il latte dopo la mungitura come può contaminare anche tutto quello che può venire a contatto del letame come può succedere nei macelli e nei campi. Sempre i docenti di Pisa, consigliavano di cercare la causa dell'esplosione del problema nei mancati introiti delle industrie di distribuzione del latte causati dalla diffusione dei distributori di latte crudo gestiti direttamente dai produttori (solo nell'ultimo anno più di 75 milioni di euro). Questo solo per dare le giuste proporzioni al rischio. È un po' come se nel Mediterraneo nessuno facesse più il bagno in mare per paura degli squali.

- Veniamo al nostro caso: la nostra collaborazione con l'AUSL è massima. Infatti è con loro che, valutando le probabilità di rischio, abbiamo concordato un programma di controllo specifico per l'E.coli 0157, oltre alle analisi di legge quindicinali (carica batterica + cellule somatiche). Questo consiste in analisi su latte di massa (= campione di latte di tutti gli animali in mungitura) e sulla lettiera (= letame). Queste per accertarci che sia nel latte che nell'ambiente della stalla non sia presente il batterio. Ad oggi tutte le analisi hanno sempre dato esito negativo. Queste però non sono quotidiane ma distanziate nel tempo proprio perché conoscendo molto bene il nostro allevamento e il nostro modo di lavorare la AUSL ha ritenuto che il fattore di rischio fosse infinitesimale e quindi sufficientemente monitorato da un numero limitato di analisi. È per questo che non possiamo fornire referti analitici per . ogni bottiglia!!??

Queste sono alcune osservazioni che spero le possano essere utili per la scelta che deve fare. Siamo ben consci che il latte è un alimento delicato e facilmente esposto a contaminazioni, ciò nonostante il nostro latte non lo bolliamo perchè sappiamo come alleviamo e come mungiamo. È però indispensabile che ognuno faccia quello che reputa più giusto e sicuro per la sua salute.

Sulla nostra bottiglia troverà la dicitura: "Prodotto da consumarsi solo dopo bollitura", dicitura obbligatoria introdotta dall'ultimo decreto. Secondo lo stesso è infatti obbligatorio tale trattamento termico del latte crudo prima del consumo.

Cordiali saluti

Un altro cliente ci ha segnalato questo link: www.ruralpini.it/latte_crudo.htm


OGM e ricerca

Foglio d'informazione di GreenPlanet.net

N.316/ ANNO VII - OTTOBRE 2007

I MISERANDI FIGLI DEI RATTI CHE MANGIANO OGM

Una scienziata russa si è concentrata sui discendenti degli animali nutriti con soia geneticamente modificata: moltissimi cuccioli sono morti o sono cresciuti stentati, nessuno è riuscito a riprodursi.

Prendete un'ipotetica vittoria elettorale del centrosinistra e trasferitela nel Tg4 di Emilio Fede. E' più o meno questo il trattamento che la comunità scientifica internazionale ha riservato allo studio compiuto da una scienziata russa, Irina Ermakova, sugli effetti nei ratti dell'alimentazione contenente Ogm. Ermakova si è concentrata sui discendenti degli animali nutriti con Ogm, un punto trascurato dalla stragrande maggioranza delle ricerche, ed ha riscontrato che moltissimi cuccioli sono morti o sono cresciuti stentati.[...]Inoltre i cuccioli, una volta diventati adulti, non sono assolutamente riusciti a riprodursi.

Il lavoro di Irina Ermakova, una studiosa dell'Accademia Russa delle Scienze, è datato 2005 ed è stato ripreso il mese scorso dalla prestigiosa rivista internazionale Nature Biotechnology. Però non è stato propriamente pubblicato: i risultati sono stati semplicemente sottoposti alla confutazione di altri scienziati, "tutti favorevoli agli Ogm e legati all'industria biotecnologica", nota Pietro Perrino, dirigente di ricerca del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche ) presso l'Istituto di genetica vegetale di Bari [...]


OGM e salute

LA NOSTRA SALUTE MINACCIATA DAGLI OGM

martedì 24 luglio 2007

Nuovi studi rivelano inquietanti retroscena sull'impatto sulla salute degli Ogm

Nuovi studi rivelano inquietanti retroscena sull'impatto sulla salute degli Ogm

Nonostante gli OGM siano stati approvati e commercializzati per molti anni, non esistono ricerche scientifiche sul loro impatto sulla biologia degli organismi viventi. Questo è dovuto in parte al fatto che prove di nutrizione animale NON SONO PREVISTI per dare approvazione di sicurezza sia nell’UE che, tantomeno (figuriamoci), negli USA. Tuttavia ora sta emergendo una serie di documentazioni da un piccolo numero di esperimenti, fatti su animali, sugli effetti sulla salute e su quella che si chiama EPIGENETICA. L'epigenetica è una branca della Biologia Molecolare, che ha a che fare con la Genetica , ma si occupa delle modifiche che il materiale genetico può subire durante la vita. Alcune malattie, come i tumori, hanno una base detta appunto "epigenetica". Questi studi indicano che l’ingegneria genetica è molto più imprevedibile e rischiosa rispetto all’allevamento tradizionale.

1) studi di nutrizione animale: recenti studi hanno messo in luce una gamma di seri, inspiegabili effetti derivanti dal consumo di OGM. Uno studio Australiano su piselli gm ha rivelato effetti immunologici legati al trasferimento di un gene, ritenuto sicuro, a diverse specie di piante, che ha causato reazioni allergiche nei gatti.

2) Un esperimento condotto dalla stessa Monsanto ha messo in luce effetti immunologici con un aumento dei globuli bianchi nel sangue di topi alimentati con mais gm.

3) L’unico test a lungo termine (24 mesi), condotto da un gruppo italiano ha dimostrato che gli ogm possono modificare alcuni organi interni. La nutrizione di topi con il famoso mais Roundup Ready ha cambiato la struttura e il funzionamento delle cellule del fegato, del pancreas e dei testicoli.

4) Un esperimento di nutrizione di topi con mais mon 863 condotto da Monsanto ha dimostrato che i neonati avevano un peso inferiore al normale. INBoltre si è visto che il consumo di Mon 863 aveva effetti sulla composizione del sangue, con globuli rossi immaturi e alterazione dei parametri ematici.

5) Uno studio condotto in Russia ha messo in evidenza apparenti effetti generazionali degli OGM con elevata mortalità di giovani topi alimentati con soia Roundup Ready (56% di mortalità e crescita stentata dei neonati sopravvissuti).

6) Un programma finanziato dalla FSA (Food Standards Agency ) Inglese ha dimostrato che l’ingegneria genetica provoca normalmente un vasto numero di modifiche genetiche e chimiche casuali nelle piante, il cui impatto sulla salute è totalmente sconosciuto.

7) Due studi inglesi, uno sugli esseri umani e uno su pecore, hanno dimostrato che quando gli OGM sono ingeriti, alcuni dei geni inseriti si spostano e vengono trasferiti ai batteri dell’intestino.

8) Studi non più recenti avevano già dimostrato che il consumo di ogm danneggia la parete dell’intestino ed è associata con le morti inspiegabili di animali da esperimento: studi effettuati da 3 diversi gruppi di ricerca hanno dimostrato che due piane gm hanno la capacità di indurre emorragie, altri ricercatori si sono accorti che le patate e i pomodori gm provocano lesioni alla parete intestinale dei topi e dei gatti.

9) Almeno due esperimenti di nutrizione con pomodori gm si sono conclusi con la morte inspiegabile degli animali da esperimento, con 7 topi su 40 (il 17,5%) nelle prime due settimane e il 7% di mortalità per polli nutriti con il mais tollerante il glufosinato (il doppio rispetto a quelli nutriti senza ogm).

Vale la pena di puntualizzare che questi studi sono stati effettuati per identificare impatti sulla salute e comprendevano studi tossicologici e analisi di tessuti. Molto diversi dai vari studi di nutrizione di cui si sente a volte parlare, solitamente effettuali con lo scopo di valutare gli aspetti commerciali degli ogm. Le cause di questi effetti non sono conosciute, ma molti sono i fattori in gioco. Si sa da tempo che l’inserzione artificiale, e casuale, dei geni, interrompe la sequenza di altri geni con effetti legati alla posizione in cui avviene l’inserimento. Inoltre il funzionamento chimico del nuovo gene interagisce con le attività dei geni naturali della pianta, disturbando i processi biochimici e quindi il metabolismo in modi imprevedibili. L’epigenetica ha dimostrato che un gene agisce solo per una parte di un processo metabolico e negli esseri viventi esiste una certa interazione tra geni diversi e con l’ambiente in cui vive un certo organismo. I dettagli esatti di questa interazione sono ancora poco noti, tuttavia sufficienti a dimostrare l’imprevedibilità dell’ingegneria genetica, con risultati diversi a seconda della situazione e una instabilità molto frequente.

BIBLIOGRAFIA CONSULTATA 1. "Transgenic Expression of Bean -Amylase Inhibitor in Peas Results in Altered Structure and Immunogenicity", Prescott et al, Journal of Agricultural and Food Chemistry, 53 (23), 9023 -9030, 2005 2. Monsanto’s report on its 90-day rat feeding trial of MON 863 submitted to EFSA, the European body which approves GMOs, as part of its application for approval of the maize (1139 pages), entitled “13-Week Dietary Subchronic Comparison Study with MON 863 Corn in Rats Preceded by a 1-Week Baseline Food Consumption Determination with PMI Certified Rodent Diet #5002”, 17 December 2002, disponibile su: http://www.monsanto.com/monsanto/content/sci_tech/prod_safety/fullratstudy.pdf . Reviewed by Dr Arpad Pusztai for the German environment agency BfN, in September and November 2004, disponibile su: http://www.gmwatch.org/p1temp.asp?pid=66&page=1 3. Malatesta M., Biggiogera M., Manuali E., Rocchi M.B. L., Baldelli B., Gazzanelli G.: Fine structural analyses of pancreatic acinar cell nuclei from mice fed on GM soybean. Eur. J. Histochem., 47:385-388, 2003; Malatesta M., Caporaloni C., Gavaudan S., Rocchi M.B.L., Tiberi C., Gazzanelli G.: Ultrastructural morphometrical and immunocytochemical analyses of hepatocyte nuclei from mice fed on genetically modified soybean. Cell Struct. Funct., 27: 173-180, 2002; Malatesta M., Caporaloni C., Rossi L., Battistelli S., Rocchi M.B.L., Tonucci F., Gazzanelli G.: Ultrastructural analysis of pancreatic acinar cells from mice fed on genetically modifed soybean. J. Anat., 201:409-416, 2002; Malatesta M., Tiberi C., Baldelli B., Battistelli S., Manuali E., Biggiogera B.: Reversibility of hepatocyte nuclear modifications in mice fed on genetically modified soybean. Eur. J. Histochem., 49:237-242, 2005; Vecchio L., Cisterna B., Malatesta M., Martin T.E., Biggiogera B.: Ultrastructural analysis of testes from mice fed on genetically modified soybean. Eur. J. Histochem., 48: 449-453, 2004. 4. See ref. 3 5. See ref. 3 6. Ermakova IV, “Genetically modified soy leads to the decrease of weight and high mortality of rat pups of the first generation”, preliminary studies. EcosInform 2006, 1, 4-9 (in Russian). Un documento completo è in fase di stampa: Ermakova IV, Genetics and ecology, in: Actual problems of science , Moscow , 2005, pp.53-59 (in Russian). 7. Food Standards Agency news No. 48, June 2005 8. Netherwood et al, “Assessing the survival of transgenic plant DNA in the human gastrointestinal tract", Nature Biotechnology, 2004; Duggan et al, "Fate of genetically modified maize DNA in the oral cavity and rumen of sheep", British Journal of Nutrition, 89(2): 159- 166, 2003 9. Ewen and Pusztai, “Effects of diets containing genetically modified potatoes expressing Galanthus nivalis lectin on rat small intestine”, The Lancet, 354, 1353-1354, 1999; A. Pusztai, “Can science give us the tools for recognizing possible health risks of GM food?” Nutr. Health, 16, 73-84; Fares, N.H. and El-Sayed, A.K., “Fine structural changes in the ileum of mice fed on endotoxin-treated potatoes and transgenic potatoes.” Natural Toxins, 6, 219-233, 1998. 10. Unpublished studies carried out for Calgene and at the request of the FDA respectively, in early 1990s, in reviewed “Food safety – contaminants and toxins”, CABI Publishing, 2003. 11.Unpublished study in early 1990s carried out for the company Calgene/the US Government, reviewed in “Food safety – contaminants and toxins”, CABI Publishing, 2003 12. Report for the Chardon LL Hearing: Non-suitability of genetically engineered feed for animals, by Eva Novotny, Scientists for Global Responsibility, May 2002

Disinformazione, 24 luglio 2007

da:
Bioagricultura Notizie, Numero 24, Venerdì 22 giugno 2007

erbe infestanti resistenti nei campi OGM

L'anno scorso, nel mondo sono stati coltivati 100 milioni di ettari di piante geneticamente modificate, di cui il 75% sono resistenti ad uno stesso diserbante, il glifosato. Il successo commerciale è stato enorme, ma delle nuvole si addensano all'orizzonte poiché la selezione naturale sta facendo il suo cammino: molte erbe infestanti stanno diventando a loro volta resistenti al glifosato. Il fenomeno è ancora localizzato e limitato, ma si estende. Interrogato dalla rivista Science che ha pubblicato un'indagine molto approfondita sull'argomento nel suo numero del 25 maggio 2007, il direttore del programma di ricerca sulle resistenze ai diserbanti in Australia occidentale ritiene ad esempio che "in tre o quattro anni, sarà un problema più grave".


da:
Bioagricultura Notizie del 16/3/07

Ogm. Studio dimostra tossicità del mais MON863. Greenpeace chiede ritiro dal mercato

Secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica "Archives of Environmental Contamination and Toxicology" il mais Ogm MON863, autorizzato dall'Ue al consumo umano, non è un prodotto sicuro. Dagli esperimenti condotti su alcune cavie, gli scienziati hanno infatti riscontrato segni di tossicità a carico di reni e fegato. L'associazione ambientalista Greenpeace interviene nella vicenda, chiedendo l'immediato ritiro dal mercato del prodotto ed invitando i governi nazionali a rivedere i metodi di valutazione per le autorizzazioni concesse agli Ogm. Lo studio ha preso in considerazione i risultati dei test di sicurezza, sottoposti dalla società Monsanto alla Commissione europea, quando l'azienda ha chiesto il via libera per la commercializzazione del proprio mais Ogm MON863 sul mercato europeo. "È la prima volta - sottolinea Greenpeace - che un prodotto transgenico, autorizzato per il consumo umano e animale, mostra segni di tossicità per gli organi interni". Attualmente il prodotto è presente sul mercato Ue, in Australia, Canada, Cina, Giappone, Messico, Filippine e Usa. I dati della ricerca, ottenuti da Greenpeace in seguito a una vicenda giudiziaria, e trasmessi, per una adeguata valutazione, ad un gruppo di scienziati indipendenti, sono stati presentati oggi dall'associazione. "Le analisi della Monsanto - dichiara il professor Gilles Eric Séralini, esperto governativo in ingegneria genetica dell'università di Caen (Francia) - non superano un controllo minuzioso. Per cominciare, i loro protocolli statistici sono altamente discutibili. Peggio, l'azienda non ha effettuato una sufficiente analisi delle differenze nel peso degli animali studiati. Dati cruciali dei test delle urine sono stati cancellati dal dossier dall'azienda stessa". (Help Consumatori)


I nostri consigli (link, indirizzi,...)

COSMESI VEGETALE:se avete bisogno di prodotti quali: oli essenziali, creme dermoprotettive ed emollienti, unguenti, oli per massaggi e shampoo fatti artigianalmente con materie prime raccolte o reperite in prima persona nei più remoti e ancora incontaminati angoli del mondo da chi li produce, visitate il sito di un nostro amico che, nel suo campo, lavora con i nostri stessi principi.                "L'Agape" s.r.l.    www.agapeit.com        agape@protec.it


da:
www.greenplanet.net

OGM, PRIMO VIA LIBERA DELL'USDA A RISO CONTENENTE GENI UMANI

Lo rivela il quotidiano americano Washington Post

Il dipartimento dell'agricoltura americano ha approvato in via preliminare la richiesta della compagnia californiana Ventria Bioscience per la produzione commerciale di riso geneticamente modificato contenente geni umani. Lo ha reso noto il quotidiano americano "Washington Post". Secondo quanto dichiarato da Scott Deeter, presidente della sede di Sacramento della Ventria Bioscience, i semi di questo tipo di coltivazione, realizzata dalla compagnia nel Kansas, contengono le proteine del sistema immunitario umano che verrebbero utilizzate come terapia medica anti-diarrea per i bambini e aggiunte ad alimenti salutari come lo yogurt.

Agrapress, 6 marzo 2007


INTERESSANTE!
dal BLOG di
BEPPE GRILLO www.beppegrillo.it

Le api che si nutrono di prodotti OGM non li apprezzano. Sono rimaste indietro. Non si sono evolute. E’ difficile stare al passo con la razza umana. Il loro scarso apprezzamento è tale che, dopo un po’, muoiono. Ma prima passano il messaggio. E sui campi OGM non si vede più un’ape.
Le api, prima di morire, producono miele OGM. Noi mangiamo miele OGM senza saperlo. Ci farà bene? Lo scopriremo solo morendo. E’ il bello dell’OGM. Stupisce sempre.
Come fanno gli apicoltori a sapere che le loro api sconfinano in campi OGM? Le api si muovono senza precauzioni. Vanno di fiore in fiore. Di coltivazione OGM in coltivazione OGM. Anche in quelle sperimentali. Di prodotti OGM non ancora approvati. Le api sono contro il progresso. Chi non si adegua è perduto. E non va in Borsa. Le api sono una risorsa economica, ma non producono bond. Un alveare può contenere fino a 50.000 api. In Europa ci sono miliardi di api. Ogni volta che un’ape esce dall’alveare impollina cento fiori. Il culo che si fanno le api a impollinare vale nell’ Unione Europea alcuni miliardi di euro di stipendio. Ma il valore dell’impollinazione è incommensurabile. Senza le api centinaia di piante scomparirebbero. Qualcuno pensa di essere in grado di fare il loro lavoro? Forse con nuovi prodotti di multinazionali OGM che ci rassicurano sempre sul nostro futuro e sul valore delle loro azioni?
Siamo diventati cavie inconsapevoli di derivati di prodotti OGM. Una soluzione c’è: Buttiglione. E’ l’apone italiano. Lo si dipinge di giallo e nero. Gli si mette il pungiglione dove deve stare. E lo si riproduce nei campi OGM su cartelli per api. Alla sua vista capirebbero l’entità del pericolo.
Gli Stati Uniti hanno più della metà di tutte le coltivazioni OGM mondiali. Quasi 50 milioni di ettari su 90 milioni. Per vincere la fame nel mondo. Dicono. O forse per esportarla, come la democrazia.

Ps: Negli Stati Uniti per cause legate ai pesticidi, ai cambiamenti ambientali e all’OGM, le api selvatiche native sono diminuite del 90% negli ultimi 50 anni. Gli alveari sono diminuiti di due terzi.


informazioni (notizie, articoli...)

CAGLIO e OGM: riportiamo uno stralcio dell'articolo apparso sul n° di gennaio della rivista specializzata: "Il Latte". "CAGLIO ANIMALE O DA FERMENTAZIONE?" (nota: i cagli da fermentazione sono quelli comunemente chiamati cagli vegetali o cagli microbici). "Per i produttori di formaggio, la scelta del coagulante dipende da vari fattori, e due sono le ragioni principali per scegliere il caglio animale: la legislazione e la tradizione. Per legge, i formaggi DOC (Parmigiano Reggiano,...)devono essere prodotti con caglio animale. (...) Anche il timore di OGM nei prodotti coagulanti derivanti da fermentazione (detti cagli vegetali) è un freno al cambiamento. Alcuni di questi sono ormai utilizzati in tutto il mondo, inclusi i Paesi europei in cui da tempo la discussione sugli OGM è aperta. L'ingrediente attivo naturale presente in questi coagulanti, cioè la chimosina, è ottenuto per fermentazione di un microrganismo geneticamente modificato che non necessita di dichiarazione in etichetta perchè rientra tra i coadiuvanti tecnologici. Questi coagulanti sono adatti ai prodotti per vegetariani, dove il caglio animale è improponibile."
(confronta questi cosidetti cagli vegetali con quello che usiamo noi che è estratto da piante coltivate in azienda. Vai alla pagina: Caglio vegetale)

Az. agricola POGGIO DI CAMPORBIANO, sede: loc. Larniano 22a, 53037 - San Gimignano (Siena); centro az.: loc. Camporbiano 8, 50050 - Gambassi Terme (Firenze). Tel. e fax: 0571.678030, P.I. 00722230521 e-mail:azienda@poggiodicamporbiano.it,

NOTIZIE INTERESSANTI

In questa pagina trovate quello che pensiamo possa interessarvi: notizie, link, curiosità,...
Le notizie e le novità sulla nostra azienda le trovate nella pagina NEWS.


OGM
da: Green planet.net

Gli ogm in Europa sono un flop (-12%)

Mercoledì 24 Febbraio 2010 10:29

L'inversione di tendenza, anche nei paesi dove è ammessa la coltivazione, per la Coldiretti è la conferma che nel coltivare prodotti transgenici non c'è neanche convenienza economica. Il drastico crollo del 12 % nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009 (da 107719 ettari a 94750 ettari), è confermato dal rapporto annuale 2009 dell' "International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications" (ISAAA). Contemporaneamente al flop nelle semine dopo il divieto posto anche in Germania nell'aprile 2009, si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi Europei dove è possibile coltivare il mais BT geneticamente modificato, l'unico presente nel Vecchio Continente. Le sei nazioni che hanno coltivato mais BT in ordine di grandezza della superficie coltivata sono Spagna (80 % del totale), Repubblica Ceca, Portogallo, Romania, Polonia e Slovacchia. Flessione registrata in Spagna (- 4%), in Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia, mentre la Polonia ha mantenuto la stessa superficie coltivata e solo il Portogallo dimostra un segno positivo.

Secondo Franco Marini di Coldiretti il fatto che, anche dove è possibile la coltivazione, gli agricoltori riducano le semine è la concreta dimostrazione che per gli ogm attualmente in commercio non c'è quella miracolosa convenienza economica che le multinazionali e i loro "tifosi" propagandano.

A dodici anni dalla loro introduzione in Europa, le coltivazioni biotech sono già in calo e rappresentano molto meno dell'uno per cento del totale perché non sono riuscite a trovare un mercato, vista la persistente contrarietà dei consumatori. Una contrarietà che sarebbe giustificata dai crescenti dubbi sul piano sanitario e ambientale che nel corso del 2009 hanno portato il governo tedesco a vietare il mais Mon 810 (che alcuni vorrebbero seminare in Italia) a seguito di nuove acquisizioni circa gli effetti negativi sull'apparato intestinale, sugli organismi del terreno e sulla dispersione del polline, con contaminazioni derivanti dalla impollinazione incrociata tra coltivazioni transgeniche e non.

Sulla base dei risultati dell'ultima indagine annuale Coldiretti-Swg "Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione", il 72% dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti ogm siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali.


LATTE CRUDO

ECCO LA LETTERA CHE CI HA SCRITTO UNA NOSTRA CLIENTE.

"Ho comprato e bevuto il vostro latte, dandolo anche alle mie bimbe di 2 e 4 anni pur se con qualche timore per quanto recentemente disposto dal decreto legge in merito al latte crudo. E' ovvio che non è mia intenzione bollire il vostro latte, altrimenti non avrebbe senso comprarlo crudo, farei prima a comprarlo al supermercato. Ma non le nascondo che, trattandosi delle mie figlie e avendo a cuore la loro salute sopra ogni altra cosa al mondo, ho dei timori a dar loro il latte e di conseguenza anche i formaggi di vostra produzione. Io non so se il decreto legge nasce dalla volontà di danneggiare voi produttori di latte crudo e favorire i produttori di latte pastorizzato o se nasce da una sincera tutela della salute del consumatore. So per certo che ci sono stati 3 casi di Sindrome emolitico uremica nel 2007 e 6 nel 2008, dovuti "forse" al latte crudo e so altrettanto per certo che non vorrei mai rischiare che una delle mie figlie fosse uno dei casi del 2009, non vorrei mai sottovalutare il rischio. Fermo restando che ho apprezzato il vostro latte tantissimo e, da grande appassionata di latte quale sono ne ho notato l'enorme differenza con il latte pastorizzato dei supermercati, o bisogno però di un'assoluta garanzia di sanità del vostro latte. Voi e la ASL di riferimento potete garantirmi controlli sulla qualità e sanità di ogni bottiglia del vostro latte? Come posso esser certa che il batterio Escherichia coli 0157 sia assente dal vostro latte? Non mi fraintenda, io vorrei con tutto il cuore continuare a comprare il vostro latte e soprattutto darlo alle mie figlie per abituarle ai sapori genuini, ma prima di ogni cosa al mondo viene la loro salute. Certo, lei mi dirà: e che salute garantisce loro dando un latte quasi completamente privato delle sue sostanze nutritive come le proteine? Certo, ha ragione, ma preferisco forse far loro meno bene che più male!! Insomma, ho voluto chiederle tutto questo perché non mi sento schierata né pro GAS e quindi pro latte crudo né pro decreti governativi vari, tanto più che sono fortemente anti-Berlusconiana e quindi ho sempre il sospetto che tutto ciò che viene da questo governo sia frutto di stupidità e incompetenza. Grazie delle risposte e a presto"

C.



.E LA NOSTRA RISPOSTA:

Buongiorno C.,

qui di seguito cercherò di fornirle delle informazioni in modo che lei possa avere più dati possibili per fare la sua scelta tra bollitura o no (cercherò di rispettare l'ordine delle sue osservazioni della mail).

- Tra il latte del supermercato, anche se BIO, e il latte crudo c'è una grande differenza.

Per prima cosa oltre alla pastorizzazione, c'è l'omogeneizzazione. Questa fa sì che nel contenitore del supermercato non si possa dividere la parte grassa dal resto (l'affioramento della panna). Il processo di omogeneizzazione comporta uno "sminuzzamento" delle particelle di grasso del latte per cui queste rimangono in sospensione come un'emulsione. A detta di diversi medici, questa riduzione innaturale farebbe sì che il nostro organismo abbia difficoltà a "riconoscere le particelle" e comporti quindi difficoltà di digestione ed anche, in alcuni casi, reazioni allergiche.

Altro aspetto sostanziale è l'alimentazione delle vacche. Perchè si formi 1 litro di latte è necessario che nella mammella transitino circa 500 litri di sangue per cui è facile dedurre quanto sia importante ciò che mangia la vacca per evitare che si concentrino nel latte sostanze indesiderate e residui. Noi come scelta, da sempre, ci siamo imposti di essere più rigorosi delle normative che regolano il biologico e, di conseguenza non utilizziamo né soia e mais (per il rischio elevatissimo di OGM anche nei mangimi BIO), né insilati (per i rischi di micotossine), né antibiotici (per i rischi di contaminazione), né mangimi (le cui composizioni sono difficilmente controllabili),. tutte cose non escluse dall'agricoltura biologica. L'alimentazione con cui nutriamo i nostri animali è composta semplicemente da: fieno ed erba, crusca e orzo tutti biologici. È evidente che così le nostre vacche producono meno, ma preferiamo che gli animali producano meno ma che stiano bene e facciano un latte senza residui.

Tutto questo per chiarire che la differenza non è solo tra pastorizzato e crudo o tra bio e convenzionale ma è necessario valutare anche altre variabili. Anche tra i vari latte BIO può esserci grande differenza .

- Per quel che riguarda i formaggi il problema non esiste perché subito prima della caseificazione pastorizziamo il latte in modo controllato alle minime temperature. L'E.coli 0157 non sopravvive alla pastorizzazione, che consiste in un riscaldamento del latte fino a circa 75°C per almeno 15 secondi. La bollitura (= 100°C) è molto più distruttiva; infatti alcuni enzimi come la perossidasi sono ancora presenti dopo la pastorizzazione e invece vengono degradati da temperature superiori. È quindi sicuramente meglio solo pastorizzare il latte invece di bollirlo, è comunque comprensibile che sia più semplice dare indicazioni per la bollitura che non per la pastorizzazione (vedi decreto legge).

- Si è da poco tenuto, presso l'Università di Pisa, un convegno dedicato al problema del latte crudo.

I relatori stessi erano molto stupiti del rilievo mediatico dato al problema. Meno di dieci casi, sui milioni di bicchieri venduti dai distributori di latte crudo, non è per loro una percentuale di rischio ma si è a livello di: "semplice curiosità scientifica". In Italia ogni anno si riscontrano circa 30 casi della sindrome emolitico uremica e di questi 6 o 7 qualcuno ha ipotizzato che potessero avere a che fare con il latte, senza alcuna dimostrazione. Infatti la stessa probabilità di venire a contatto con lo 0157 c'è con gli hamburgher non perfettamente cotti, i salamini, la verdura cruda,. Infatti l'E.coli0157 è un batterio che non è presente all'interno della mammella ma può contaminare il latte dopo la mungitura come può contaminare anche tutto quello che può venire a contatto del letame come può succedere nei macelli e nei campi. Sempre i docenti di Pisa, consigliavano di cercare la causa dell'esplosione del problema nei mancati introiti delle industrie di distribuzione del latte causati dalla diffusione dei distributori di latte crudo gestiti direttamente dai produttori (solo nell'ultimo anno più di 75 milioni di euro). Questo solo per dare le giuste proporzioni al rischio. È un po' come se nel Mediterraneo nessuno facesse più il bagno in mare per paura degli squali.

- Veniamo al nostro caso: la nostra collaborazione con l'AUSL è massima. Infatti è con loro che, valutando le probabilità di rischio, abbiamo concordato un programma di controllo specifico per l'E.coli 0157, oltre alle analisi di legge quindicinali (carica batterica + cellule somatiche). Questo consiste in analisi su latte di massa (= campione di latte di tutti gli animali in mungitura) e sulla lettiera (= letame). Queste per accertarci che sia nel latte che nell'ambiente della stalla non sia presente il batterio. Ad oggi tutte le analisi hanno sempre dato esito negativo. Queste però non sono quotidiane ma distanziate nel tempo proprio perché conoscendo molto bene il nostro allevamento e il nostro modo di lavorare la AUSL ha ritenuto che il fattore di rischio fosse infinitesimale e quindi sufficientemente monitorato da un numero limitato di analisi. È per questo che non possiamo fornire referti analitici per . ogni bottiglia!!??

Queste sono alcune osservazioni che spero le possano essere utili per la scelta che deve fare. Siamo ben consci che il latte è un alimento delicato e facilmente esposto a contaminazioni, ciò nonostante il nostro latte non lo bolliamo perchè sappiamo come alleviamo e come mungiamo. È però indispensabile che ognuno faccia quello che reputa più giusto e sicuro per la sua salute.

Sulla nostra bottiglia troverà la dicitura: "Prodotto da consumarsi solo dopo bollitura", dicitura obbligatoria introdotta dall'ultimo decreto. Secondo lo stesso è infatti obbligatorio tale trattamento termico del latte crudo prima del consumo.

Cordiali saluti

Un altro cliente ci ha segnalato questo link: www.ruralpini.it/latte_crudo.htm


OGM e ricerca

Foglio d'informazione di GreenPlanet.net

N.316/ ANNO VII - OTTOBRE 2007

I MISERANDI FIGLI DEI RATTI CHE MANGIANO OGM

Una scienziata russa si è concentrata sui discendenti degli animali nutriti con soia geneticamente modificata: moltissimi cuccioli sono morti o sono cresciuti stentati, nessuno è riuscito a riprodursi.

Prendete un'ipotetica vittoria elettorale del centrosinistra e trasferitela nel Tg4 di Emilio Fede. E' più o meno questo il trattamento che la comunità scientifica internazionale ha riservato allo studio compiuto da una scienziata russa, Irina Ermakova, sugli effetti nei ratti dell'alimentazione contenente Ogm. Ermakova si è concentrata sui discendenti degli animali nutriti con Ogm, un punto trascurato dalla stragrande maggioranza delle ricerche, ed ha riscontrato che moltissimi cuccioli sono morti o sono cresciuti stentati.[...]Inoltre i cuccioli, una volta diventati adulti, non sono assolutamente riusciti a riprodursi.

Il lavoro di Irina Ermakova, una studiosa dell'Accademia Russa delle Scienze, è datato 2005 ed è stato ripreso il mese scorso dalla prestigiosa rivista internazionale Nature Biotechnology. Però non è stato propriamente pubblicato: i risultati sono stati semplicemente sottoposti alla confutazione di altri scienziati, "tutti favorevoli agli Ogm e legati all'industria biotecnologica", nota Pietro Perrino, dirigente di ricerca del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche ) presso l'Istituto di genetica vegetale di Bari [...]


OGM e salute

LA NOSTRA SALUTE MINACCIATA DAGLI OGM

martedì 24 luglio 2007

Nuovi studi rivelano inquietanti retroscena sull'impatto sulla salute degli Ogm

Nuovi studi rivelano inquietanti retroscena sull'impatto sulla salute degli Ogm

Nonostante gli OGM siano stati approvati e commercializzati per molti anni, non esistono ricerche scientifiche sul loro impatto sulla biologia degli organismi viventi. Questo è dovuto in parte al fatto che prove di nutrizione animale NON SONO PREVISTI per dare approvazione di sicurezza sia nell’UE che, tantomeno (figuriamoci), negli USA. Tuttavia ora sta emergendo una serie di documentazioni da un piccolo numero di esperimenti, fatti su animali, sugli effetti sulla salute e su quella che si chiama EPIGENETICA. L'epigenetica è una branca della Biologia Molecolare, che ha a che fare con la Genetica , ma si occupa delle modifiche che il materiale genetico può subire durante la vita. Alcune malattie, come i tumori, hanno una base detta appunto "epigenetica". Questi studi indicano che l’ingegneria genetica è molto più imprevedibile e rischiosa rispetto all’allevamento tradizionale.

1) studi di nutrizione animale: recenti studi hanno messo in luce una gamma di seri, inspiegabili effetti derivanti dal consumo di OGM. Uno studio Australiano su piselli gm ha rivelato effetti immunologici legati al trasferimento di un gene, ritenuto sicuro, a diverse specie di piante, che ha causato reazioni allergiche nei gatti.

2) Un esperimento condotto dalla stessa Monsanto ha messo in luce effetti immunologici con un aumento dei globuli bianchi nel sangue di topi alimentati con mais gm.

3) L’unico test a lungo termine (24 mesi), condotto da un gruppo italiano ha dimostrato che gli ogm possono modificare alcuni organi interni. La nutrizione di topi con il famoso mais Roundup Ready ha cambiato la struttura e il funzionamento delle cellule del fegato, del pancreas e dei testicoli.

4) Un esperimento di nutrizione di topi con mais mon 863 condotto da Monsanto ha dimostrato che i neonati avevano un peso inferiore al normale. INBoltre si è visto che il consumo di Mon 863 aveva effetti sulla composizione del sangue, con globuli rossi immaturi e alterazione dei parametri ematici.

5) Uno studio condotto in Russia ha messo in evidenza apparenti effetti generazionali degli OGM con elevata mortalità di giovani topi alimentati con soia Roundup Ready (56% di mortalità e crescita stentata dei neonati sopravvissuti).

6) Un programma finanziato dalla FSA (Food Standards Agency ) Inglese ha dimostrato che l’ingegneria genetica provoca normalmente un vasto numero di modifiche genetiche e chimiche casuali nelle piante, il cui impatto sulla salute è totalmente sconosciuto.

7) Due studi inglesi, uno sugli esseri umani e uno su pecore, hanno dimostrato che quando gli OGM sono ingeriti, alcuni dei geni inseriti si spostano e vengono trasferiti ai batteri dell’intestino.

8) Studi non più recenti avevano già dimostrato che il consumo di ogm danneggia la parete dell’intestino ed è associata con le morti inspiegabili di animali da esperimento: studi effettuati da 3 diversi gruppi di ricerca hanno dimostrato che due piane gm hanno la capacità di indurre emorragie, altri ricercatori si sono accorti che le patate e i pomodori gm provocano lesioni alla parete intestinale dei topi e dei gatti.

9) Almeno due esperimenti di nutrizione con pomodori gm si sono conclusi con la morte inspiegabile degli animali da esperimento, con 7 topi su 40 (il 17,5%) nelle prime due settimane e il 7% di mortalità per polli nutriti con il mais tollerante il glufosinato (il doppio rispetto a quelli nutriti senza ogm).

Vale la pena di puntualizzare che questi studi sono stati effettuati per identificare impatti sulla salute e comprendevano studi tossicologici e analisi di tessuti. Molto diversi dai vari studi di nutrizione di cui si sente a volte parlare, solitamente effettuali con lo scopo di valutare gli aspetti commerciali degli ogm. Le cause di questi effetti non sono conosciute, ma molti sono i fattori in gioco. Si sa da tempo che l’inserzione artificiale, e casuale, dei geni, interrompe la sequenza di altri geni con effetti legati alla posizione in cui avviene l’inserimento. Inoltre il funzionamento chimico del nuovo gene interagisce con le attività dei geni naturali della pianta, disturbando i processi biochimici e quindi il metabolismo in modi imprevedibili. L’epigenetica ha dimostrato che un gene agisce solo per una parte di un processo metabolico e negli esseri viventi esiste una certa interazione tra geni diversi e con l’ambiente in cui vive un certo organismo. I dettagli esatti di questa interazione sono ancora poco noti, tuttavia sufficienti a dimostrare l’imprevedibilità dell’ingegneria genetica, con risultati diversi a seconda della situazione e una instabilità molto frequente.

BIBLIOGRAFIA CONSULTATA 1. "Transgenic Expression of Bean -Amylase Inhibitor in Peas Results in Altered Structure and Immunogenicity", Prescott et al, Journal of Agricultural and Food Chemistry, 53 (23), 9023 -9030, 2005 2. Monsanto’s report on its 90-day rat feeding trial of MON 863 submitted to EFSA, the European body which approves GMOs, as part of its application for approval of the maize (1139 pages), entitled “13-Week Dietary Subchronic Comparison Study with MON 863 Corn in Rats Preceded by a 1-Week Baseline Food Consumption Determination with PMI Certified Rodent Diet #5002”, 17 December 2002, disponibile su: http://www.monsanto.com/monsanto/content/sci_tech/prod_safety/fullratstudy.pdf . Reviewed by Dr Arpad Pusztai for the German environment agency BfN, in September and November 2004, disponibile su: http://www.gmwatch.org/p1temp.asp?pid=66&page=1 3. Malatesta M., Biggiogera M., Manuali E., Rocchi M.B. L., Baldelli B., Gazzanelli G.: Fine structural analyses of pancreatic acinar cell nuclei from mice fed on GM soybean. Eur. J. Histochem., 47:385-388, 2003; Malatesta M., Caporaloni C., Gavaudan S., Rocchi M.B.L., Tiberi C., Gazzanelli G.: Ultrastructural morphometrical and immunocytochemical analyses of hepatocyte nuclei from mice fed on genetically modified soybean. Cell Struct. Funct., 27: 173-180, 2002; Malatesta M., Caporaloni C., Rossi L., Battistelli S., Rocchi M.B.L., Tonucci F., Gazzanelli G.: Ultrastructural analysis of pancreatic acinar cells from mice fed on genetically modifed soybean. J. Anat., 201:409-416, 2002; Malatesta M., Tiberi C., Baldelli B., Battistelli S., Manuali E., Biggiogera B.: Reversibility of hepatocyte nuclear modifications in mice fed on genetically modified soybean. Eur. J. Histochem., 49:237-242, 2005; Vecchio L., Cisterna B., Malatesta M., Martin T.E., Biggiogera B.: Ultrastructural analysis of testes from mice fed on genetically modified soybean. Eur. J. Histochem., 48: 449-453, 2004. 4. See ref. 3 5. See ref. 3 6. Ermakova IV, “Genetically modified soy leads to the decrease of weight and high mortality of rat pups of the first generation”, preliminary studies. EcosInform 2006, 1, 4-9 (in Russian). Un documento completo è in fase di stampa: Ermakova IV, Genetics and ecology, in: Actual problems of science , Moscow , 2005, pp.53-59 (in Russian). 7. Food Standards Agency news No. 48, June 2005 8. Netherwood et al, “Assessing the survival of transgenic plant DNA in the human gastrointestinal tract", Nature Biotechnology, 2004; Duggan et al, "Fate of genetically modified maize DNA in the oral cavity and rumen of sheep", British Journal of Nutrition, 89(2): 159- 166, 2003 9. Ewen and Pusztai, “Effects of diets containing genetically modified potatoes expressing Galanthus nivalis lectin on rat small intestine”, The Lancet, 354, 1353-1354, 1999; A. Pusztai, “Can science give us the tools for recognizing possible health risks of GM food?” Nutr. Health, 16, 73-84; Fares, N.H. and El-Sayed, A.K., “Fine structural changes in the ileum of mice fed on endotoxin-treated potatoes and transgenic potatoes.” Natural Toxins, 6, 219-233, 1998. 10. Unpublished studies carried out for Calgene and at the request of the FDA respectively, in early 1990s, in reviewed “Food safety – contaminants and toxins”, CABI Publishing, 2003. 11.Unpublished study in early 1990s carried out for the company Calgene/the US Government, reviewed in “Food safety – contaminants and toxins”, CABI Publishing, 2003 12. Report for the Chardon LL Hearing: Non-suitability of genetically engineered feed for animals, by Eva Novotny, Scientists for Global Responsibility, May 2002

Disinformazione, 24 luglio 2007

da:
Bioagricultura Notizie, Numero 24, Venerdì 22 giugno 2007

erbe infestanti resistenti nei campi OGM

L'anno scorso, nel mondo sono stati coltivati 100 milioni di ettari di piante geneticamente modificate, di cui il 75% sono resistenti ad uno stesso diserbante, il glifosato. Il successo commerciale è stato enorme, ma delle nuvole si addensano all'orizzonte poiché la selezione naturale sta facendo il suo cammino: molte erbe infestanti stanno diventando a loro volta resistenti al glifosato. Il fenomeno è ancora localizzato e limitato, ma si estende. Interrogato dalla rivista Science che ha pubblicato un'indagine molto approfondita sull'argomento nel suo numero del 25 maggio 2007, il direttore del programma di ricerca sulle resistenze ai diserbanti in Australia occidentale ritiene ad esempio che "in tre o quattro anni, sarà un problema più grave".


da:
Bioagricultura Notizie del 16/3/07

Ogm. Studio dimostra tossicità del mais MON863. Greenpeace chiede ritiro dal mercato

Secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica "Archives of Environmental Contamination and Toxicology" il mais Ogm MON863, autorizzato dall'Ue al consumo umano, non è un prodotto sicuro. Dagli esperimenti condotti su alcune cavie, gli scienziati hanno infatti riscontrato segni di tossicità a carico di reni e fegato. L'associazione ambientalista Greenpeace interviene nella vicenda, chiedendo l'immediato ritiro dal mercato del prodotto ed invitando i governi nazionali a rivedere i metodi di valutazione per le autorizzazioni concesse agli Ogm. Lo studio ha preso in considerazione i risultati dei test di sicurezza, sottoposti dalla società Monsanto alla Commissione europea, quando l'azienda ha chiesto il via libera per la commercializzazione del proprio mais Ogm MON863 sul mercato europeo. "È la prima volta - sottolinea Greenpeace - che un prodotto transgenico, autorizzato per il consumo umano e animale, mostra segni di tossicità per gli organi interni". Attualmente il prodotto è presente sul mercato Ue, in Australia, Canada, Cina, Giappone, Messico, Filippine e Usa. I dati della ricerca, ottenuti da Greenpeace in seguito a una vicenda giudiziaria, e trasmessi, per una adeguata valutazione, ad un gruppo di scienziati indipendenti, sono stati presentati oggi dall'associazione. "Le analisi della Monsanto - dichiara il professor Gilles Eric Séralini, esperto governativo in ingegneria genetica dell'università di Caen (Francia) - non superano un controllo minuzioso. Per cominciare, i loro protocolli statistici sono altamente discutibili. Peggio, l'azienda non ha effettuato una sufficiente analisi delle differenze nel peso degli animali studiati. Dati cruciali dei test delle urine sono stati cancellati dal dossier dall'azienda stessa". (Help Consumatori)


I nostri consigli (link, indirizzi,...)

COSMESI VEGETALE:se avete bisogno di prodotti quali: oli essenziali, creme dermoprotettive ed emollienti, unguenti, oli per massaggi e shampoo fatti artigianalmente con materie prime raccolte o reperite in prima persona nei più remoti e ancora incontaminati angoli del mondo da chi li produce, visitate il sito di un nostro amico che, nel suo campo, lavora con i nostri stessi principi.                "L'Agape" s.r.l.    www.agapeit.com        agape@protec.it


da:
www.greenplanet.net

OGM, PRIMO VIA LIBERA DELL'USDA A RISO CONTENENTE GENI UMANI

Lo rivela il quotidiano americano Washington Post

Il dipartimento dell'agricoltura americano ha approvato in via preliminare la richiesta della compagnia californiana Ventria Bioscience per la produzione commerciale di riso geneticamente modificato contenente geni umani. Lo ha reso noto il quotidiano americano "Washington Post". Secondo quanto dichiarato da Scott Deeter, presidente della sede di Sacramento della Ventria Bioscience, i semi di questo tipo di coltivazione, realizzata dalla compagnia nel Kansas, contengono le proteine del sistema immunitario umano che verrebbero utilizzate come terapia medica anti-diarrea per i bambini e aggiunte ad alimenti salutari come lo yogurt.

Agrapress, 6 marzo 2007


INTERESSANTE!
dal BLOG di
BEPPE GRILLO www.beppegrillo.it

Le api che si nutrono di prodotti OGM non li apprezzano. Sono rimaste indietro. Non si sono evolute. E’ difficile stare al passo con la razza umana. Il loro scarso apprezzamento è tale che, dopo un po’, muoiono. Ma prima passano il messaggio. E sui campi OGM non si vede più un’ape.
Le api, prima di morire, producono miele OGM. Noi mangiamo miele OGM senza saperlo. Ci farà bene? Lo scopriremo solo morendo. E’ il bello dell’OGM. Stupisce sempre.
Come fanno gli apicoltori a sapere che le loro api sconfinano in campi OGM? Le api si muovono senza precauzioni. Vanno di fiore in fiore. Di coltivazione OGM in coltivazione OGM. Anche in quelle sperimentali. Di prodotti OGM non ancora approvati. Le api sono contro il progresso. Chi non si adegua è perduto. E non va in Borsa. Le api sono una risorsa economica, ma non producono bond. Un alveare può contenere fino a 50.000 api. In Europa ci sono miliardi di api. Ogni volta che un’ape esce dall’alveare impollina cento fiori. Il culo che si fanno le api a impollinare vale nell’ Unione Europea alcuni miliardi di euro di stipendio. Ma il valore dell’impollinazione è incommensurabile. Senza le api centinaia di piante scomparirebbero. Qualcuno pensa di essere in grado di fare il loro lavoro? Forse con nuovi prodotti di multinazionali OGM che ci rassicurano sempre sul nostro futuro e sul valore delle loro azioni?
Siamo diventati cavie inconsapevoli di derivati di prodotti OGM. Una soluzione c’è: Buttiglione. E’ l’apone italiano. Lo si dipinge di giallo e nero. Gli si mette il pungiglione dove deve stare. E lo si riproduce nei campi OGM su cartelli per api. Alla sua vista capirebbero l’entità del pericolo.
Gli Stati Uniti hanno più della metà di tutte le coltivazioni OGM mondiali. Quasi 50 milioni di ettari su 90 milioni. Per vincere la fame nel mondo. Dicono. O forse per esportarla, come la democrazia.

Ps: Negli Stati Uniti per cause legate ai pesticidi, ai cambiamenti ambientali e all’OGM, le api selvatiche native sono diminuite del 90% negli ultimi 50 anni. Gli alveari sono diminuiti di due terzi.


informazioni (notizie, articoli...)

CAGLIO e OGM: riportiamo uno stralcio dell'articolo apparso sul n° di gennaio della rivista specializzata: "Il Latte". "CAGLIO ANIMALE O DA FERMENTAZIONE?" (nota: i cagli da fermentazione sono quelli comunemente chiamati cagli vegetali o cagli microbici). "Per i produttori di formaggio, la scelta del coagulante dipende da vari fattori, e due sono le ragioni principali per scegliere il caglio animale: la legislazione e la tradizione. Per legge, i formaggi DOC (Parmigiano Reggiano,...)devono essere prodotti con caglio animale. (...) Anche il timore di OGM nei prodotti coagulanti derivanti da fermentazione (detti cagli vegetali) è un freno al cambiamento. Alcuni di questi sono ormai utilizzati in tutto il mondo, inclusi i Paesi europei in cui da tempo la discussione sugli OGM è aperta. L'ingrediente attivo naturale presente in questi coagulanti, cioè la chimosina, è ottenuto per fermentazione di un microrganismo geneticamente modificato che non necessita di dichiarazione in etichetta perchè rientra tra i coadiuvanti tecnologici. Questi coagulanti sono adatti ai prodotti per vegetariani, dove il caglio animale è improponibile."
(confronta questi cosidetti cagli vegetali con quello che usiamo noi che è estratto da piante coltivate in azienda. Vai alla pagina: Caglio vegetale)

Az. agricola POGGIO DI CAMPORBIANO, sede: loc. Larniano 22a, 53037 - San Gimignano (Siena); centro az.: loc. Camporbiano 8, 50050 - Gambassi Terme (Firenze). Tel. e fax: 0571.678030, P.I. 00722230521 e-mail:azienda@poggiodicamporbiano.it,